5.3 Il magazzino della memoria

La memoria può essere paragonata a un deposito nel quale immagazziniamo tracce delle esperienze passate per attingervi le informazioni nel momento in cui ci sono necessarie.
Quando arrivano in questo magazzino le tracce attraversano varie fasi. La prima è la fissazione degli stimoli presenti nell'ambiente; segue la fase della ritenzione, durante la quale ne conserviamo le tracce per un periodo più o meno lungo, ma in uno stato latente e riusciamo a recuperarle solo riattivando il ricordo.
Frederick Bartlett, uno psicologo inglese che fu tra i primi a interessarsi della memoria in chiave cognitiva, la definisce come un processo di continua ricostruzione del passato in funzione delle esigenze del presente. Con il trascorrere del tempo, infatti, il contenuto originale subisce delle trasformazioni perdendo degli elementi irrilevanti e acquisendo nuove relazioni e nuovi schemi.
Nella memoria le esperienze passate vengono rielaborate con l’immaginazione aggiungendo dettagli a pochi elementi significativi, costruendo così strutture non coscienti, all’interno delle quali si rintracciano i ricordi. Le persone non memorizzano passivamente, ma scelgono e interpretano informazioni in base ai loro interessi nel momento in cui le richiamano alla mente. Il ricordo è perciò una costruzione attiva, in continua evoluzione.
Se non ci può essere apprendimento senza memoria, non sempre è vero il contrario, perché le informazioni apprese possono anche non venire trasformate in nuove acquisizioni cognitive e restare nel deposito della memoria.