LE SCALE MODALI Abbiamo finora parlato di due tipologie di scale: la scala cromatica e la scala diatonica. Sebbene questi due insiemi siano quelli più importanti e rilevanti ai fini dei nostri discorsi sull’armonia, esistono ancora due tipologie di scale da analizzare: le e le . In questo capitolo tratteremo soprattutto le scale modali e faremo infine cenno alla costruzione e alle proprietà delle scale simmetriche artificiali. Di si sente tanto parlare nel jazz, poiché sono alla base della moderna teoria dell’improvvisazione – teorizzata per esempio da George Russell nel suo , pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1953 – la quale suggella la stretta correlazione scala-accordo. Di correlazione scala-accordo abbiamo parlato anche noi prima, inscrivendo le nostre figure nel sistema diatonico maggiore. In particolare, abbiamo anche accennato alle estensioni superiori alla settima e a come queste dipendano dalla scala che sottintende l’accordo che andiamo a elaborare. Abbiamo visto che non tutte le estensioni generate dalla scala maggiore per i suoi accordi sono funzionali. Ad esempio, sulla quadriade maggiore settima costruita sul grado di tonica come estensione compare l’undicesima giusta, che – come abbiamo già detto – si pone in dissonanza rispetto all’accordo sottostante. . In sostanza quando dobbiamo suonare su un accordo, talvolta non lo consideriamo parte di una sequenza di accordi inscritti in una scala diatonica, bensì lo consideriamo come un’entità a sé stante, che quindi deve essere supportata da una scala adeguata. scale modali scale simmetriche artificiali scale modali Lydian Chromatic Concept of Tonal Organization Per poter improvvisare su tutti gli accordi è necessario trovare delle scale che soddisfino sempre il requisito di coerenza assoluta con l’accordo sottostante