L’insegnante Suzuki Sa suonare perfettamente lo strumento che insegna. Suona discretamente il pianoforte, con il quale accompagna gli allievi. Conosce bene le varie epoche musicali e i relativi stili interpretativi. È a conoscenza dei vari movimenti didattici che trattano dell’insegnamento della musica ai bambini. Conosce il corpo umano (ovvero possiede buone nozioni di anatomia); conosce le tecniche di rilassamento e la psicomotricità. Parla almeno una lingua straniera, in modo da conoscere meglio ciò che si sperimenta nel mondo in campo didattico, anche partecipando a corsi e convegni all’estero. Ama i bambini, fa l’insegnante non solo per uno scopo finanziario. Crede fortemente in ciò che fa, e lo fa con estrema professionalità. Si interessa dell’«altra scuola», facendo portare a lezione i quaderni con i voti; concorre a risolvere, insieme ai genitori, i problemi della vita quotidiana e della disciplina; è disposto ad essere un terzo genitore. Non dimentica di incoraggiare, elogiandolo, il ragazzo che studia lo strumento. Se un allievo smette dopo alcuni anni, non ne fa una tragedia, né da parte sua né da parte della famiglia. Il bambino ha percorso un momento della sua vita con la musica e certamente ciò ha contribuito a migliorare la sua persona, consentendogli di socializzare e di acquisire elementi di disciplina e concentrazione che gli serviranno più tardi.