2. Scala minore Per ovvie ragioni di parallelismo e di facilità nella visualizzazione, la scala presa in esame è quella di La minore, sia nella sua forma tradizionale, quella naturale, che nelle sue varianti armonica e melodica. Anzi, ai fini pratici ci soffermeremo in particolare sulla variante melodica, giacché ci offre ben due gradi alterati e pertanto una costruzione accordale notevolmente differente rispetto alla scala maggiore. Se è quindi ovvio che La minore naturale altro non è che la stessa scala di Do maggiore che però elegge il La come tonica (con il risultato di avere le medesime triadi con ruoli differenti), la variante armonica prevede invece il VII grado alterato, creando a tutti gli effetti la sensibile anche nel modo minore, replicando quindi la tensione tipica della cadenza perfetta: Di più ancora (per i nostri scopi) fa la variante melodica, che altera sia il sesto che il VII grado: Posto che va benissimo che utilizziate quella che a voi è più congeniale di volta in volta per ottenere l'effetto che volete (compresa la scala naturale, sulla quale ritorneremo quando parleremo dei modi), qui mi occupo solo della melodica in termini di costruzione degli accordi, in quanto più lontana possibile dal modo maggiore. : Et voilà