Apriamo ora invece una breve parentesi sulle possibilità di raddoppio eventuale di un suono della triade. Musicalmente non è una questione così importante, ma gestita in un certo modo può aiutarci a partorire idee che potrebbero rivelarsi interessanti. Ipotizziamo, banalmente, di aggiungere un ulteriore Do a una triade di Do maggiore e, quindi, di spezzare l'accordo in due coppie che, alternate, ci forniscono una base su cui suonare.
In pratica,

E di conseguenza, posso ricominciare a concatenare gli accordi con le modalità di cui sopra alla luce di questa ulteriore possibilità:

Ci sono, nell'ordine, un Do maggiore, un Mi minore (II riv.), un Sol maggiore (I riv.), un La minore (I riv.), un Do maggiore, un Mi minore (I riv.), un Re minore (II riv.) e un Sol maggiore. Suonati così però sembrano già un brano. E ci siamo limitati a creare un accompagnamento spezzando le note e suonandole a coppie alternate, raddoppiando una voce. Improvvisateci su, fatene buon uso.