VI ACCORDI PER QUARTE E PER QUINTE Bene, dopo avervi detto per pagine e pagine che gli accordi si costruiscono per sovrapposizione di terze, ora vediamo qualche alternativa. Dell'armonia per quarte parla già Schönberg nel suo celebre trattato d'armonia, inoltre nel jazz bisogna quantomeno nominare McCoy Tyner che, sin dalla permanenza nel quartetto di John Coltrane, ha sviluppato un modo di suonare tipicamente quartale, con relative improvvisazioni. Per quanto ovviamente io vi caldeggi sia la lettura di Schönberg che l'ascolto di Tyner, con tutti i relativi approfondimenti del caso, è evidente che non mi soffermerò su di loro, dal momento che si tratta di due grandi musicisti, per quanto di estrazione differente, che non abbisognano certo di un mio ulteriore contributo. Vi sono libri, studi e ascolti sufficienti per entrare nel linguaggio artistico dell'uno e dell'altro. Vorrei invece soffermarmi su un passo di un autore altrettanto noto, ma di cui inspiegabilmente si parla troppo poco. Intendiamoci, dell'autore in sé si parla abbondantemente (ma, ahimé, non finché fu in vita), ma chissà perché vengono sempre citati gli stessi pezzi con il grosso problema di non prendere in considerazione altri aspetti della sua produzione. Il compositore in questione è Erik Satie e quanto vedete sotto è l' di , composizione pianistica datata 1892. Che mi risulti, è il primo impiego dell'armonia per quarte: incipit Le fils des étoiles