VIII MODI Vengono definiti modi le sette possibilità di modificare gli intervalli di una scala diatonica maggiore, scegliendo, di volta in volta, uno dei gradi della scala come nuova tonica. In pratica, se ho una scala di Do maggiore, posso decidere che il Do sia la tonica, ma nulla vieta di scegliere, ad esempio, il Re come punto di partenza della scala. Ma non nel senso di costruire una scala di Re maggiore, ma semplicemente di suonare le note che appartengono a Do maggiore, facendo riferimento al Re, quindi stravolgendo gli intervalli. Niente di diverso, tutto sommato, da ciò che accade tra il modo maggiore e la scala minore naturale. Che, tra l'altro, sono essi stessi due modi. Non è compito di questo libro, evidentemente, soffermarsi sulla storia, che parte dal tetracordo greco, approda al medioevo e ai modi ecclesiastici fino ad arrivare all'impiego dei medesimi nel XX secolo, sia nella musica contemporanea che nel jazz. È invece mio interesse passarveli in rassegna, analizzarne le caratteristiche e capire come si possano utilizzare. : Do-Re-Mi-Fa-Sol-La-Si-Do. È la scala maggiore. Non mi pare il caso di dilungarsi. : Re-Mi-Fa-Sol-La-Si-Do-Re. Per memorizzarlo, pensate a una scala minore con il VI grado aumentato. Suonala così. Ora, volutamente traspongo questo modo in La, così toccate con mano che è una semplice scala minore naturale con il Fa# invece del Fa. Naturalmente suonatevi l'esempio e impadronitevi della sonorità del modo: Ionico Dorico