IX MODI A TRASPOSIZIONE LIMITATA Parlare dei modi a trasposizione limitata significa citare Olivier Messiaen: intanto perché la denominazione è sua, e poi perché l'impostazione stessa del discorso in questa maniera è suo, anche se il punto di partenza non lo è. Come già detto in altre circostanze, non è obiettivo di questo libro elencare in maniera esaustiva ed enciclopedica tutte le possibilità e casistiche di ciò di cui di volta in volta si parla. È evidente che consiglio di leggere e studiare del suddetto Messiaen⁴, in cui sono contenute molte cose interessanti tra cui questa: va detto che lo stesso compositore fa una selezione dei possibili modi a trasposizione limitata, che sarebbero in realtà molti di più. Pertanto, esattamente come ho fatto nel capitolo dei modi, mi limiterò alla disamina di alcuni di essi. L'idea di modo a trasposizione limitata nasce dalla ricerca di soluzioni alternative al sistema tonale, alla possibilità cioè di elaborare delle scale che abbiano una loro struttura coerente su cui reimpostare la composizione, sia a livello melodico che a livello armonico, eventualmente usandole insieme alla tonalità o alla modalità classica. La prerogativa di queste scale "di sintesi" è la simmetria, la ripetitività degli intervalli o comunque l'alternanza di distanze fisse, a tal punto da poter, appunto, limitare il numero di trasposizioni, pena il rendersi conto di stare semplicemente suonando le stesse note solo in un ordine diverso. Tecnica del mio linguaggio musicale