Ma ci furono molte altre commissioni di successo, come per esempio la Sonata per clarinetto e pianoforte di Francis Poulenc, che ebbe la prima mondiale nel 1963 con Leonard Bernstein al pianoforte oppure Rendezvous per clarinetto e archi di Alan Shulman.
E poi, oltre alle opere commissionate da Goodman, ci sono quelle scritte in omaggio al suo talento artistico: Respectfully Yours, Mr. Goodman! di Kamilló Lendvay e uno dei movimenti del Heritage Trio di David Baker intitolato BG sono due splendidi esempi.
Nel 1942 fu addirittura scritturato da Arturo Toscanini per eseguire Rhapsody in Blue di Gershwin. Si racconta che Goodman, un giorno del 1942, camminando negli studi della NBC mentre aspettava la fine della prova dell’orchestra diretta da Toscanini in attesa di registrare con il suo gruppo jazz, chiese al portiere: «Come possono eseguire Rhapsodie in Blue senza di me?» Si sparse subito la voce negli studi e nel giro di poco fu assunto da Toscanini.
Benny Goodman morì nella sua casa di New York, il clarinetto in mano e la Seconda sonata di Brahms sul leggio davanti a lui, il 13 giugno 1986: aveva ancora molto da studiare.