CAPITOLO 5 DA DON PASQUALE A DOM SÉBASTIEN Don Pasquale Dunque Donizetti ai primi di settembre del ’42 lascia Napoli e, dopo un altro dei suoi viaggi travagliati, arriva a Parigi solo poco prima della fine del mese. Alloggia di nuovo all’Hôtel Manchester, sua ormai stabile dimora, ed è convinto di riuscire, questa volta finalmente, ad accordarsi con Léon Pillet per la messa in scena di , magari adattando la tessitura della protagonista femminile al registro vocale di Rosine Stoltz. Invece ottiene un ennesimo rinvio perché Pillet in sintonia con Scribe ha altre idee, come vedremo, e proporrà, per il terzo di Donizetti, un nuovo soggetto. Nel frattempo, un po’ a sorpresa, incassa una nuova ulteriore proposta, raggiungendo immediatamente un accordo con il drammaturgo e scrittore Jules Janin (1804-74), all’epoca direttore del Théâtre Italien, per un’opera buffa da allestire negli ultimi giorni dell’anno; già a fine settembre firma il contratto. La scelta cade sul , dramma buffo in tre atti, al quale dedichiamo ora la dovuta e meritata attenzione, non prima di aver ricordato che questa composizione rappresenta davvero l’estremo lascito e omaggio all’opera buffa italiana. Dunque, la fonte del è un vecchio testo del 1810, , di un noto scrittore, certo Angelo Anelli (1761-1820), autore, peraltro, del libretto della celebre di Gioachino Rossini. Le Duc d’Albe grand opéra Don Pasquale Don Pasquale Ser Marcantonio Italiana in Algeri