L’AUTISMO O LA VOCE DELLE BALENE IL CASO CLINICO Quello che segue è il racconto del percorso di musicoterapia che attuo a Parigi con un bambino di sei anni con disturbo dello spettro autistico. Come abbiamo potuto rilevare nel personaggio di Francesco d'Assisi, vivere una dimensione altra dalla realtà, pur restando ancorati alla realtà, questa dimensione protetta, fatta di suoni, di odori e percezioni spirituali, ci permette di immaginare i nostri piccoli momenti di isolamento dal mondo esterno per immergerci nelle profondità del nostro sogno, ad occhi aperti, che ci dona uno stato di benessere. La musicoterapia propone uno stato regressivo, come già sottolineato più volte, piacevolmente regressivo da portare il fruitore in una bolla protettiva fatta di suoni, silenzi, ritmi, odori e… voce. E il caso del bambino che mi accingo a proporre – intenzionalmente incastonato dopo le riflessioni sul santo di Assisi – ha tanto in comune con quanto analizzato. Benché il panorama cambi completamente e dalla regione umbra boscosa e calda ci tuffiamo nei meandri dell'oceano acquoso e di un fresco blu, amo legare il concetto di autismo a quell'immaginario sonoro di cui ho discusso precedentemente, ovviamente con le dovute differenze: l'immaginario sonoro guidato è indotto dal musicoterapeuta; l'autismo è vivere perennemente in questa sorta di immaginario sonoro dove la voce umana può divenire la voce delle balene… I. Orrado & J.-M. Vivès, . La musique fait entendre une construction sonore que l'autiste se chargera de décoder pour trouver une voie, une voix. Fiat vox! 143 Autisme et médiation: bricoler une solution pour chacun «La musica fa ascoltare una costruzione sonora che la persona autistica andrà a decodificare per trovare una via, una voce. !» (TdA). 143. Fiat vox