L'EMISSIONE SONORA DURANTE GLI ESERCIZI A BOCCA CHIUSA A questo punto il paziente deve cercare il suo suono, quello che può dargli una sensazione di soddisfazione, di sicurezza, un suono in cui possa riconoscersi in quel momento. È questo quello che io intendo quando uso l'espressione "cantare a sé", che nella tradizione sonora degli schiavi d'America si chiama . Si tratta di utilizzare la voce tra sé e sé, intonare quel motivo che è in grado di lenire quello stato di attivazione psichica che ci rende irrequieti, ansiosi, preoccupati. , a qualcuno, significa inviare voce psichica a sé stessi o a qualcuno che psichicamente è legato a noi. I Neri d'America nelle lunghe sere di schiavitù, non potendo cantare a voce spiegata, quelle nenie a bocca chiusa… È chiaro che tale suono potrebbe essere sempre lo stesso o cambiare ogni volta, tutto dipenderà dallo stato interno del paziente e, quindi, dal valore simbolico che i suoni emessi rappresentano per lui. Per trovare il proprio di suono, il paziente può iniziare a sperimentare i suoni, esplorarli, conoscerli e sentire le percezioni che ogni suono trasmette. Dovrebbe fermarsi solo quando queste percezioni saranno quelle che gli infondono un riconoscimento del proprio stato e lo fanno sentire bene, protetto, rassicurato, che lo portano in uno stato di regressione in cui il feto, nell'involucro materno, ha una preconcezione dell'esistenza, dell'alterità che lo circonda (ambiente extrauterino), grazie ai movimenti, al tatto, ai profumi, all'ascolto della voce materna. humming Cantare a sé cantavano a sé stessi 265 Maiello S., (2010), , op. cit. 265. Réminiscences