Capitolo 7 L’epilogo La stagione del grand opéra Con di Auber e con il di Rossini si afferma definitivamente il genere francese del , al quale il pubblico parigino subito si affeziona idealmente. Il motivo di questa immediata adesione è da ricercarsi, come generalmente ritiene la critica, nel fatto che questo genere operistico fu l'emblema della vincente borghesia parigina che con la monarchia costituzionale di Luigi Filippo, iniziata nel 1830, divenne la protagonista assoluta delle nuove aspirazioni politiche, più moderate rispetto agli estremismi rivoluzionari e, nello stesso tempo, sempre lontane da ogni tentativo reazionario o nostalgico della monarchia, del potere dei militari e delle antiche gerarchie ecclesiastiche. Nel volume di Storia della Musica citata in bibliografia, Alberto Basso (1931) fornisce un elenco delle opere francesi, in quattro o cinque atti, create a Parigi dal 1828 al 1898, alcune delle quali, a ragione, possono essere incluse nel genere del . Si tratta, in tutto, di una cinquantina di titoli. Tuttavia a partire dal (1859) di Charles Gounod (1818-93), queste opere sono da ascriversi in maggioranza a un nuovo genere francese, detto dell' , oltretutto per lo più andate in scena, non più alla Salle de la rue Le Peletier, ma al Théâtre Hystorique, al quale viene attribuito dal 1852, in onore a questo genere, il nuovo nome appunto di Théâtre Lyrique. Di genuini restano dunque poco più di una ventina di titoli che però, composti da un manipolo di celebri musicisti, marcano la gloriosa produzione lirica a Parigi fino agli Anni Sessanta dell'Ottocento. Tale produzione in qualche misura è debitrice alla strada aperta dallo stesso Rossini per questo genere operistico. Ne ripercorriamo per sommi capi le principali tappe. La Muette Guillaume grand opéra grand opéra Faust opéra lyrique grand opéra