Capitolo 2 A Parigi Ritorno nella Ville Lumière Ecco, dunque, Rossini di nuovo a Parigi. Le reciproche attrazioni tra il Maestro e questa città erano scritte nel cielo parigino e Stendhal le aveva profetizzate: «La musica di Rossini […] si adatta benissimo al modo di presentarla del teatro di Parigi. In ogni senso, si tratta di una musica fatta apposta per la Francia». E ancora lo stesso Stendhal era stato facile profeta del successo che anche l’uomo Rossini avrebbe avuto presso i parigini. In una lettera del 1818 l’aveva cosi dipinto «[…] Vivo, generoso, brillante, svelto, cavalleresco, […] la sua musica, come la sua persona, è fatta per fare impazzire Parigi». Le opere di Rossini a Parigi eran ben conosciute sin dal febbraio del 1817 quando venne rappresentata L’italiana in Algeri. Poi Paër, sempre per danneggiare il musicista pesarese, farà anche mettere in scena, con vari tagli e interpolazioni, , che si prestava particolarmente bene ai disegni del Paër, visto che quest’ultima opera era davvero un po’ deboluccia, e al suo esordio a Roma aveva fatto un memorabile fiasco. Ma in seguito nel biennio 1821-22, senza più i trucchi e i sotterfugi di Paër, al pubblico parigino, che si entusiasmerà, verranno proposte, per iniziativa di Castil-Blaze e di Hérold, le opere di maggior successo quali . L’inganno felice, Il barbiere di Siviglia, Il Turco in Italia, e Torvaldo e Dorliska La pietra del paragone, Otello, La gazza ladra, Elisabetta regina d’Inghilterra, Tancredi, Cenerentola e Mosè in Egitto