La trama L’opera si apre con una sinfonia che riprende in parte il tema della Marche lugubre grecque di Giovanni Simone Mayr anche se il motivo principale è un’autocitazione dall’ouverture di Bianca e Falliero; segue poi una ampia introduzione (“ ”) dove i guerrieri greci, capitanati nel palazzo del Senato da Cléomène e Néoclès, in presenza del Gran Sacerdote Hiéros, giurano di difendere Corinto dall’assalto di Mahomet. Cléomène prima di affrontare la battaglia vuole affrettare le nozze tra Néoclès e la figlia Pamyra; quest’ultima tuttavia implora il padre di rinunciare al progetto perché è innamorata di un giovane, Almanzor, incontrato in precedenza ad Atene (trio “ !”). Improvvisamente giunge la notizia che i musulmani stanno entrando in Corinto. Nel terrore generale Cléomène affida alla figlia un pugnale chiedendole di uccidersi pur di non finire schiava nelle mani di Mahomet (concertato “ ”). Intanto, nella piazza di Corinto, i guerrieri musulmani esultano per la vittoria (coro “ ”, preceduto da un ampio strumentale) assieme a Mahomet (cavatina ” ”). Omar informa il sultano che uno dei capi dei greci è stato catturato: si rivelerà poi essere Cléomène in persona. Mahomet vuole interrogarlo però vuol mostrarsi clemente; confessa infatti a Omar di aver incontrato una fanciulla greca, di cui si è innamorato, quando aveva traversato la Grecia sotto le mentite spoglie di Almanzor. Incontra quindi Cléomène intimandogli di arrendersi; quest’ultimo naturalmente si oppone agli ordini di Mahomet, rifiutandosi di disarmare le sue truppe che nel frattempo si sono rifugiate nella cittadella sovrastante Corinto. Guerriers, que la patrie… La glaive homicide… Oui jurons Disgrâce horrible Ah! quel instant funeste! La flamme rapide… La gloire et la fortune