La trama L’opera si compone di 17 numeri musicali (contro i 12 del Mosè in Egitto). La prima pagina è sinfonica ed è strutturata fondamentalmente in due sezioni, la seconda delle quali consiste in una marcia derivata da Armida. Sotto le mura di Menfi i Madianiti, lamentandosi, invocano Dio perché li liberi dalla schiavitù degli egizi (coro “ ”). Compare Moïse che li ammonisce per la poca fede mostrata e, accompagnato dal coro che riprende il motivo della marcia presente nella sinfonia, promette agli ebrei il ritorno in patria (“ ”). Giunge il fratello di Moïse, Élézier, accompagnato dalla sorella Marie e da sua figlia Anaï. Élézier narra del loro incontro con Pharaon, al quale hanno chiesto la liberazione degli ebrei. Nonostante l’opposizione del Gran Sacerdote Osiride, Pharaon si è mostrato clemente e ha liberato Marie che era stata ridotta in schiavitù dagli egizi. Quest’ultima loda Anaï per la devozione mostrata a Dio, al quale è rimasta fedele nonostante che ami Aménophis. Al termine di questa pagina caratterizzata dal tipico declamato alla francese, si verificano vari prodigi, la comparsa di un arcobaleno, la caduta di un meteorite che infiamma un arbusto senza consumarlo, l’intervento di una voce misteriosa che annuncia che il Signore manterrà la promessa della liberazione. Moïse introduce la preghiera collettiva eseguita a cappella (“ ”), poi mostra le Tavole della Legge e, mentre inizia la consacrazione a Dio dei primogeniti, tutti si inginocchiano per invocarlo e giurare obbedienza (Allegro corale “La douce aurore”). Terminata la cerimonia, Moïse avverte gli ebrei di tenersi pronti per la prossima partenza dall’Egitto. Prima di riproporre per il finale d’atto i temi musicali già presenti nel Mosè in Egitto, da questa prima nuova parte dell’opera si può riconoscere la decisa trasformazione del Moïse nei canoni della tragédie lyrique. La scena si svuota e Anaï, restata sola, incontra Aménophis. Ha inizio il loro duetto, “ ” (nella versione napoletana “Ah, se puoi così lasciarmi”): affiorano tra i due amanti, che pure ribadiscono i loro affetti, le proprie differenze di religione e di stato sociale che inducono Anaï a lasciare Aménophis per restare fedele al proprio credo religioso; il figlio di Pharaon è furente e dichiara che emetterà un editto per vietare la liberazione degli ebrei. Da lontano si avverte la presenza di quest’ultimi in procinto di partire. La parte finale del duetto, infatti, è in parte sovrastata da un leit motiv dell’opera, che esprime, a ritmo di marcia, la determinazione degli ebrei a lasciare l’Egitto alla volta della Terra Promessa. Questo motivo domina anche il successivo coro di ringraziamento al Signore degli stessi ebrei (“ ”). Solo Anaï, in questo giorno di gioia, è triste per questo amore profano che la tormenta, ma viene consolata dalla madre che la invita a implorare il favore del Signore (arioso e duo “ ”). Si arriva così al finale primo. Moïse ed Élézier sono sdegnati contro Aménophis; questi vorrebbe farli arrestare ma gli ebrei li difendono. Nel clamore generale giunge Pharaon accompagnato dalla moglie Sinaïde e ha inizio il gran concertato, “ ”, che presenta alcuni passaggi a cappella, e nel quale lo stesso Pharaon revoca il decreto di libertà per gli ebrei, mentre Moïse lo invita a non suscitare l’ira di Dio. Nel terrore generale, parte la stretta finale, “Ô race exécrable!… Quel désastre épouvantable!”, con il cielo che si oscura, mentre la terra trema, riversando fiumi di lava, e gli alberi si abbattono al suolo. Dieu Puissant… Pleins d’amour et de confiance Dieu de la paix, Dieu de la guerre Si je perds celle que j’aime Oh jour heureux, jour solennel! Dieu, dans ce jour prospère Ciel on ose, ah quelle offense!