Capitolo 5 Le Comte Ory Dal Viaggio a Reims a Le Comte Ory Poco dopo l'andare in scena del giunge a Parigi in aprile, per la consolazione di Gioachino, l'amato padre Giuseppe che vi rimarrà quasi un anno fino alla primavera del 1828. A Rossini questa presenza colma in parte il vuoto lasciatogli dalla perdita della madre; oltretutto il padre gli sarà molto utile perché terrà sempre vivo il filo diretto con i vari interessi economici bolognesi del Pesarese. A sua volta Giuseppe Rossini mostra molto piacere per trovarsi nella capitale d'oltralpe e compiacimento per i successi di Gioachino; scriverà «Parigi è un gran bel soggiorno e mio figlio è molto benvoluto». Il buon "Vivazza" si preoccupa dei dissapori tra Isabella e Gioachino e cerca di accomodare le divergenze, ma il vizio del gioco per la Colbran è troppo forte e purtroppo non riuscirà mai a liberarsene. Tra i tanti aneddoti che si raccontano sulla vita del Pesarese, uno dei più divertenti riguarda proprio questa brutta abitudine della moglie. A quanto pare, Isabella tirava tardi la sera in compagnia di un bel gruppo di abituali sfaccendati giocatori; allora Rossini all'improvviso compariva nel salotto di casa in abbigliamento da notte con tanto di cuffia e licenziava tutti, cantando dal il saluto di Don Basilio «Buona sera miei signori, buona sera, buoona seera...». Intanto, anche se non sotto la diretta guida di Rossini, l'attività del Théâtre Italien procede, riproponendo una serie di sue opere del periodo italiano. Anzi per la prima volta a Parigi giungono, per esibirsi in questo teatro, cantanti che faranno la storia dell'opera per buona parte dell'Ottocento: per il debutto nel ruolo di Arsace di una leggendaria edizione di , l'esperta Rosmunda Pisaroni «fece furore» come ammise perfino l'invidioso Paër; ma forse non così tanto per Stendhal, anche se questi parlò di un «immenso successo». In realtà la Pisaroni non piacque tanto al pubblico parigino, un po' per la sua poca avvenenza e un po' per i suoni gutturali della sua voce, durante le funamboliche cabalette di quell'opera. Moïse Barbiere di Siviglia Semiramide