quarta PARTE - Connessioni

IX
L’ossitocina e il tatto

La pelle nell’essere umano come negli animali trasmette costantemente informazioni dal mondo esterno al sistema nervoso, ed è l’organo di senso più esteso del corpo. Registra il caldo, il freddo, il tatto e il dolore. Ognuna di queste sensazioni è raccolta da specifici recettori, connessi al sistema nervoso sensoriale, che a sua volta invia gli impulsi al sistema nervoso centrale, come descritto nel capitolo 4.


Grazie a questa formidabile interfaccia, siamo in grado di interpretare velocemente i messaggi provenienti dal mondo circostante, quelli minacciosi come quelli gradevoli, e di distinguere con facilità un colpo brutale da una carezza affettuosa. A seconda dell’interpretazione dei segnali inviati al sistema nervoso centrale, sudiamo o abbiamo la pelle d’oca.

Il duplice effetto del tocco

La pelle ha diversi tipi di recettori: alcuni registrano il dolore, altri il caldo e il freddo, e altri ancora il tocco delicato. Quando i recettori per il dolore vengono stimolati da un tocco pesante, un colpo o eccessivo calore, si attiva un nervo, che invia al cervello il messaggio riguardante lo stimolo nocivo. Questo messaggio, a sua volta, innesca ulteriori reazioni: istintivamente cerchiamo di difenderci o sfuggire alla fonte di dolore, allontanando le mani per esempio oppure indietreggiando. In tal caso, al dolore segue una reazione di attacco o fuga.


Ricerche più recenti mostrano che il tocco può attivare risposte completamente diverse dalla familiare, così a fondo studiata, reazione di attacco o fuga. Un tocco piacevole e un gradevole tepore, infatti, attivano il sistema di calma e connessione e ci fanno sentire bene. L’effetto non viene percepito subito, come nel caso della reazione di attacco o fuga, però spesso dura più a lungo.


Stimolando in topi sedati i nervi che rispondono al dolore e al tocco, si attiva il sistema nervoso simpatico, e di conseguenza si alza la pressione sanguigna e accelera il battito cardiaco. Di pari passo cresce il livello degli ormoni dello stress noradrenalina, adrenalina e cortisolo. Stimolando invece i nervi che rispondono a un tocco delicato e piacevole e al tepore, diminuiscono la pressione sanguigna, il ritmo cardiaco e il livello degli ormoni dello stress. Contemporaneamente cresce il livello di diversi ormoni digestivi controllati dal sistema nervoso parasimpatico, come l’insulina, e anche il livello di ossitocina.


Profondamente addormentati, gli animali non percepiscono né le sensazioni piacevoli né quelle sgradevoli, di conseguenza non si osserva alcun movimento riflesso. Se quando riceve lo stimolo doloroso invece il topo è sveglio, dà colpi con la zampa, cerca di correre via o resta paralizzato dalla paura. Ma se, sempre da sveglio, lo si accarezza sul ventre con una determinata pressione e una determinata frequenza, diventa meno sensibile al dolore e meno pauroso. Una frequenza di quaranta carezze al minuto per un po’ meno di cinque minuti si è rivelata essere la più efficace. Il topo si calma, diventa meno attivo, più curioso e più interessato ai suoi simili. La pressione sanguigna diminuisce e resta bassa per ore.


In questi esperimenti, a seconda dei nervi sensori stimolati, si avvia la reazione di attacco o fuga oppure il sistema di calma e connessione. Questo significa che entrambi i sistemi possono essere attivati dai recettori sensoriali della pelle di quasi tutte le parti del corpo. I diversi stimoli possono influenzare sia il funzionamento fisiologico che il comportamento. Come vedremo, tali effetti potrebbero trovare utile applicazione nella terapia medica e psicologica.