capitolo 4

L’arte di ascoltarsi e
percepire la voce interiore

La connessione cuore-mente

Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non comprende.

Blaise Pascal


Come in altre situazioni della vita, nel caso abbiate deciso di terminare l’allattamento – o prima, se state cercando di capire se desiderate questa scelta – è essenziale fermarvi e ascoltarvi nel silenzio, affidandovi così facendo non tanto all’intelligenza razionale e al senso pratico, quanto al vostro cuore.


Il cuore è il centro delle emozioni e se ci pensate sono proprio i sentimenti a essere chiamati in causa dall’allattamento, che oltre a offrire un preziosissimo nutrimento fisico, fornisce anche e soprattutto un sostegno emotivo.


Vi è mai successo di desiderare qualcosa per poi scoprire che in fondo non era ciò a cui aspiravate davvero? Forse quell’obiettivo non era poi così importante, in quanto il frutto della sola razionalità e poco c’entrava con il vostro cuore: in altre parole, il cuore non lo desiderava tanto quanto sembrava desiderarlo la vostra mente.


Il cuore infatti non è soltanto un organo vitale: alcune recenti ricerche scientifiche hanno dimostrato che è dotato di una sua intelligenza ed è in grado di comunicare con il cervello e con il resto del corpo umano. Il cuore ci parla e ci fornisce consigli di intrinseca saggezza volti al nostro benessere e mirati alla nostra felicità. Sta a noi cogliere i suoi messaggi e decidere se ascoltarli, perché il cuore non impone, ma rispetta. Va’ dove ti porta il cuore non è soltanto il titolo di un libro, ma è anche un consiglio che ci si sente rivolgere spesso quando ci si trova di fronte a un bivio. Perché il cuore non sbaglia e non inganna, a differenza della mente.


Non a caso dal 1991 in California è stato fondato l’HeartMath Institute (Istituto di Matematica del Cuore), nel quale ricercatori e scienziati si dedicano allo studio del cuore non soltanto inteso come organo fisico, ma anche in tutte le sue altre potenzialità, interessandosi a tematiche come l’intelligenza del cuore e l’intuizione. Obiettivo centrale dell’Istituto è però quello di aiutare le persone ad attivare la connessione cuore-mente, con l’intento di ridurre lo stress e affidarsi pienamente a una “guida interiore”. Per comunicare con il resto del corpo il cuore utilizza la via ormonale: in particolare l’ossitocina – il ben noto ormone dell’amore – ha il compito di regolare tutto ciò che riguarda legami e relazioni. Ma non è l’unico mezzo di comunicazione: oltre ad avere un proprio sistema nervoso autonomo (il sistema nervoso cardiaco), il cuore ha anche a disposizione il ritmo creato dai propri battiti, dalle proprie pause e dai propri toni. Infine, entra in gioco anche l’impulso elettrico derivante dal suo campo elettromagnetico, che viene influenzato dai nostri pensieri e dalle nostre emozioni e a sua volta influenza energeticamente l’ambiente che ci circonda, sebbene non ce ne accorgiamo.


Il cuore ha anche una memoria, dedicata a custodire il ricordo di tutti i nostri legami che hanno coinvolto l’aspetto affettivo. Per questo motivo quando si promette a qualcuno “Resterai per sempre nel mio cuore” non si sta dicendo tanto per dire: i ricordi più carichi d’affetto restano custoditi dentro di noi, e questo vale anche per l’esperienza dell’allattamento.


Quando ci sentiamo molto bene e le emozioni raggiungono un equilibrio tra cuore e mente, sperimentiamo uno stato di coerenza cardiaca, che ci consente di percepire e vivere benessere e tranquillità percepita anche dal nostro corpo: i sistemi ormonale, nervoso e immunitario si trovano in uno stato di coordinamento e benessere energetico. La coerenza cardiaca rende ogni persona più empatica, più resiliente allo stress e più intuitiva. Per questo è essenziale saper coltivare uno stato di connessione con il cuore, che è saggio, sempre sincero e capace di rispondere alle domande che gli rivolgiamo. Quando proviamo un grande senso di gratitudine, di amore, di gioia e di espansione – sensazioni che possiamo avvertire anche ascoltando un brano musicale che riveste un significato per noi – vuol dire che ci troviamo in uno stato di connessione con il cuore e quindi di coerenza. E più viviamo questo stato, più affiniamo la nostra sensibilità a cogliere i segnali elettromagnetici che ci inviano gli altri. Si tratta di un ulteriore mezzo di comunicazione che ci lega agli altri e che non deve essere sottovalutato, soprattutto nella relazione con il vostro bambino: se la vostra mente crede di desiderare di smettere di allattare, ma il vostro cuore non è d’accordo, il bambino potrebbe cogliere i segnali del vostro cuore e continuare a richiedere il seno, noncurante delle vostre intenzioni.


Nell’esperienza con le mamme ho notato che ciò avviene sovente: spesso alla fine della nostra consulenza le madri si rendono conto che non desiderano affatto smettere di allattare. Il trucco per terminare l’allattamento in modo sereno consiste infatti nella connessione fra cuore e mente. Molti anni fa ho conosciuto una madre di tre figli e per tutti e tre aveva scelto di terminare l’allattamento all’anno di età. Era molto determinata e sicura della propria scelta, per cui era riuscita nel proprio intento senza difficoltà e in un tempo piuttosto breve, non più lungo di qualche settimana. Per questo provate a connettervi con il vostro cuore, prestandogli ascolto. Se vi consiglia di concludere l’allattamento, proseguite sicure e vedrete che – con la gradualità necessaria – il vostro piccolo vi seguirà e insieme raggiungerete il vostro obiettivo. Se invece il vostro cuore dice no, agite di conseguenza.


C’è inoltre da riflettere su un aspetto non irrilevante: quando una mamma decide di smettere di allattare – benché senta chiaro e forte il desiderio di procedere in questa direzione – potrebbe sentirsi in colpa nei confronti del bambino, pensando di fargli un torto e di andar contro ai suoi desideri. In tal caso ci si deve liberare del rimorso, dello stato d’animo negativo, perdonandosi: solo così, libero dai sensi di colpa, il cuore può finalmente stare bene e allontanare gli ormoni dello stress. Dolore, dispiacere e disagio possono infatti diventare delle opportunità di crescita. A questo proposito può essere utile citare le parole del fondatore di My Life Design Academy, di cui io sono una Ricercatrice (i Ricercatori sono gli studenti dell’Academy), e scrittore Daniel Lumera (ma Daniel Lumera è anche tanto altro, dovrei fare una lista lunghissima se citassi tutto ciò che è e fa), all’interno del libro I 7 passi del perdono. La scienza della felicità: “Perdonare è il processo attraverso cui usciamo dalla spirale di rancore e di collera e riprendiamo nelle nostre mani il potere di essere protagonisti della nostra vita”.


In questo caso non bisogna intendere il perdono nel senso religioso del termine: al di là di ogni concetto di fede, perdonare è un gesto che aiuta a sentirsi bene ed essere liberi. Quindi fa bene soprattutto a voi. Potrebbe applicarsi al vostro caso e a come vi sentite all’idea di smettere di allattare.


Anche noi mamme viviamo momenti di rancore e collera quando non riusciamo a convincere i nostri piccoli a seguire i nostri pensieri e potrebbe davvero fare la differenza non nascondere il nostro sentire e far finta di niente. Non sono ancora un’esperta di perdono, in quanto sto ancora imparando, quindi se siete interessate ad approfondire l’argomento vi suggerisco di rivolgervi a Daniel, ma mi è ormai chiaro che il perdono migliora la nostra vita portandoci ad essere più felici, ad avere migliori relazioni e ad ammalarci meno. Tutte le nostre esperienze di vita sono collegate tra loro, anche l’allattamento; quindi, se lavorate per stare bene ed essere felici, anche questo ne avrà beneficio, come anche la relazione con il vostro piccolo. Qualcuno sostiene che siamo qui per fare esperienze, imparare e crescere. Se è davvero così tanto vale cogliere ogni opportunità per diventare persone più forti, consapevoli e felici. Quindi buona ricerca della felicità a tutte voi!