Ai miei figli, Anna e Simone, che mi insegnano ogni giorno a giocare con me stessa.
Ad Alessandro, che amandomi mi ha mostrato la via per essere me.
Ad Anna-Maria Brusaferro che da anni mi guida verso il mio Sì alla vita.
Introduzione
Ho iniziato a raccogliere libri da leggere insieme ai miei figli molto prima di averne. Avevo un’idea ben chiara di quello che avrei voluto e di come sarebbero andate le cose: li avrei cresciuti nel mondo delle storie e sarebbe stato meraviglioso. E in effetti così è stato, ma non avevo fatto i conti con un aspetto fondamentale della vita: l’inatteso.
L’inatteso è tutto ciò che non sai prevedere, o che si rivela diverso da come avresti pensato. Si è trattato per me di riconoscere il fatto che, dentro e fuori dal territorio della lettura condivisa, c’erano loro domande alle quali non sapevo né volevo rispondere, emozioni che non avevo idea di come gestire, situazioni nelle quali mi sentivo in difficoltà e che pertanto cercavo di controllare o evitare. In sostanza, c’erano una miriade di aspetti della vita sui quali mi sentivo incerta con loro, perché non li avevo ancora sistemati con me stessa. Qual era la mia posizione rispetto a quelle emozioni che una parte di me considerava “negative”? Cercavo storie per “aggiustare” i loro stati d’animo e le loro difficoltà? E cosa dire, cosa fare, davanti a temi così complessi, come quelli legati alla finitudine, la morte, il lutto?
Mettendo insieme le mie competenze come libraia e la mia esperienza come mamma, mi sono resa conto che certamente leggere libri insieme ai bambini è una scelta tra le migliori che si possano attuare, ma non è tutto. I libri sono un meraviglioso valore aggiunto, ma non sono la cosa prioritaria. Ciò che è fondamentale per i figli, la vera responsabilità che noi adulti dovremmo prenderci, è quella di imparare a leggere noi stessi e i bambini che abbiamo davanti, prima di leggere loro le storie.
È davvero così importante che i bambini grazie alla lettura condivisa in età precoce abbiano l’occasione di parlare prima e meglio, che allunghino i loro tempi di ascolto, che abbiano una buona intelligenza emotiva, che sappiano fare relazioni tra le cose? Non nego che lo sia. Ma nel mio percorso ho trovato ben più urgenti altre questioni: cosa ottengo nella relazione con loro se non sono completamente disponibile ad accogliere le loro emozioni, domande e prospettive? Se rischio di creare tabù su temi a proposito dei quali io stessa non so come rispondere? Se tendo a imporre la mia visione del mondo sulla loro per sentirmi più sicura? Quali sono dunque le cose davvero importanti?
Da queste domande sono sorte in me altrettante riflessioni rispetto alla relazione che intercorre tra adulti e bambini, e tra adulti e bambini con i libri e la lettura, alle quali ho cercato di dare risposta in un viaggio che fosse di crescita personale, prima che educativo o letterario. Da tale ricerca è nato il mio precedente libro, Leggimi prima, l’arte di comunicare con i bambini attraverso i libri e le storie1 e subito dopo questo, Leggere l’inatteso, nel quale ho voluto entrare più nello specifico di alcuni temi particolarmente complessi e urgenti: cambiamento, crescita, distacco, morte e lutto.
Questo libro è scritto a quattro mani e mette insieme competenze diverse e apparentemente disgiunte: quelle di una libraia e quelle di una counsellor. Cos’hanno a che fare una con l’altra? Forse nulla, oppure tutto: gli esseri umani.
La letteratura e lo studio della psiche e dei comportamenti umani, con linguaggi e modalità diverse, narrano modelli di comportamento che ci descrivono in quanto specie. Mettono in luce chi siamo.
Quello che pertanto veniamo qui a proporre è una viaggio attraverso la letteratura dedicata all’infanzia, nella forma specifica degli albi illustrati, contestualizzandola all’interno di alcune teorie estrapolate da ambiti anche diversi tra loro, che possano essere utili non già a psicanalizzare la letteratura, ma a renderci consapevoli dei valori che essa sa portare, per sentirci quanto più possibile allineati a essi e rispondere in modo coerente ai veri bisogni dei bambini di cui ci prendiamo cura.
Troverete dunque alcune riflessioni sul cambiamento e sulle metamorfosi che l’esperienza di vivere implica; sull’amicizia e sull’amore; sulla morte e sulle fasi e i processi di elaborazione del lutto. In sostanza, su alcuni dei misteri nei quali ci troviamo immersi ogni giorno, e a proposito dei quali i bambini hanno il desiderio, il bisogno e il diritto di sentirsi esploratori liberi e audaci. Mentre noi adulti abbiamo la responsabilità – e la gioia – di saperli guidare con consapevolezza, gentilezza e amore. Dentro e fuori le pagine dei libri.
Irene Greco