Il paradosso è che non è sempre piacevole sentire il proprio corpo e vivere con esso: lo bistrattiamo, gli chiediamo troppo… Il nostro corpo può anche
soffrire di ferite legate al passato o di difficoltà di ordine psicologico… Lavorare su tutto ciò che collega il nostro corpo al nostro spirito può
aiutarci ad amare la nostra persona tutta intera, a riceverla come un dono e un tesoro da offrire. Amare il proprio corpo suppone che lo si accetti così
com’è, anche se non è conforme ai modelli dettati dalla società. Poco importano le nostre caratteristiche fisiche: quel che conta è che il nostro
spirito e il nostro corpo, strettamente uniti, ci facciano avanzare verso la pace interiore e la gioia del dono.
Un primo mezzo, molto semplice, si offre a noi per prendere coscienza del nostro corpo: la respirazione. Spesso respiriamo in maniera superficiale, con
la parte alta del petto. Facciamo così in particolare quando siamo stressati e il nostro diaframma è teso. Alcune persone prendono l’abitudine di
respirare col ventre, ad esempio quando impostano la voce per cantare. Questa respirazione è soddisfacente per il corpo. Altre persone, ancora poco
numerose, praticano la “respirazione completa”, la stessa dei neonati. I suoi benefici sono numerosi: essa permette una buona ossigenazione del corpo,
aumenta la vitalità, migliora il sonno…