appendice iv

Raccomandazioni in materia di
condivisione del letto

Considerazioni del dott. James McKenna, pubblicate dall'Accademia Americana di Pediatria - Maggio 2007

Qual è, esattamente, la posizione dell’AAP in materia di condivisione del letto? Quali sono i gruppi a sostegno della condivisione del letto come scelta legittima e com’è che tale pratica risulta tanto negativa nei dibattiti pubblici e mediatici?


Semplificando, l’Accademia Americana di Pediatria, nelle raccomandazioni redatte nel 2005 (vedi Appendice III), definisce la condivisione del letto “pericolosa” e ricollegabile a un maggior rischio di morte infantile per SIDS o per altre forme di “morte improvvisa”. Dopo un anno di analisi di studi epidemiologici (purtroppo non sono stati presi in considerazione altri studi), e a seguito di ulteriori colloqui con esperti ad hoc (il dott. Bradley Thach e il dott. James Kemp dell’Università di St. Louis, più il sottoscritto), il sottocomitato per la posizione da far assumere al lattante durante il sonno e la SIDS raccomandò di togliere i bambini dal lettone una volta che i genitori riprendono a dormire. Il comitato accoglie il principio secondo cui, durante il sonno, la madre non è in grado di interagire e di rispondere alle esigenze del bambino in modo sicuro, e di garantire che il lattante sia al sicuro da eventuali forme di schiacciamento o di soffocamento imputabili alla propria vicinanza, al materasso, alla biancheria o alla struttura del letto, o alla combinazione di questi elementi.


C’è di buono che lo stesso comitato raccomandava che, per scongiurare la SIDS, i lattanti dovrebbero, naturalmente, dormire sulla schiena e non sulla pancia, né su un fianco, dal momento che troppe vittime della SIDS sono morte addormentandosi su un fianco, finendo, poi, per girarsi sulla pancia. Inoltre, per la prima volta il comitato consigliava di non lasciar dormire i lattanti da soli in una stanza, ma, al contrario, di tenerli in stanza con un adulto di riferimento responsabile – ossia di condividere il sonno nella stessa camera. Il comitato ribadisce altresì il sostegno all’allattamento materno. Si potrebbe, quindi, affermare che se la AAP sconsiglia la condivisione del letto, essa promuove la condivisione del sonno in forma di “prossimità” della superficie adibita al sonno. Affermazione in un certo senso radicale per la nostra evoluzione culturale, tuttavia basata sul fatto che i lattanti lasciati a dormire da soli nella propria stanza hanno, secondo tre studi epidemiologici, una possibilità del 25-50% maggiore di restare vittima della SIDS.


Ritengo sia corretto generalizzare dicendo che le conoscenze sulla SIDS di gran parte dei pediatri non vadano oltre il sunto generale delle ricerche sulla sindrome pubblicato sulle circolari pediatriche. È assai probabile che, a meno di non aver dormito insieme ai genitori da piccolo, o di non condividere il sonno con i propri figli, un pediatra finisca per accettare le opinioni dell’AAP secondo cui la condivisione del letto è pericolosa e aumenta il rischio di soffocamento e di SIDS. Dovrebbe essere rassicurante sapere che molti altri scienziati, tra cui il sottoscritto, che hanno studiato per anni la SIDS alla luce di diversi altri aspetti della biologia infantile e materna, non condividono le inqualificabili raccomandazioni dell’AAP contrarie alla condivisione del letto: non perché esistano moltissimi casi in cui condividere il sonno nello stesso letto risulta sconsigliabile, ma perché un’unica raccomandazione contraria a tutte le pratiche di condivisione del letto è troppo semplicistica e scientificamente fallace.


Per ulteriori informazioni sulle ricerche e sulle pubblicazioni del dott. McKenna, visita la sua pagina web all’indirizzo http://www.nd.edu/ ~ jmckenn1/lab