Il bambino che dorme vicino ai genitori trova rassicurazione nelle continue conferme della presenza di chi si
prende cura di lui – il tocco, l’odore, il movimento, il calore e, grazie alla maggiore disponibilità del seno materno, il gusto. Sensazioni che
garantiscono la sicurezza emotiva del piccolo e, se questi viene allattato, l’invio costante di impressioni e di segnali (ad esempio gli aromi
sprigionati dal latte) che incentivano l’allattamento al seno e l’aumento dell’alimento materno. Quando il benessere di vostro figlio è in pericolo –
se, ad esempio, sta soffocando o cercando disperatamente di liberarsi della coperta che gli copre il viso – sarete subito in grado (se all’erta) di
andargli in aiuto. Nell’ambiente protetto e amorevole in cui si trova, il vostro bambino troverà risposta quasi immediata a ogni sua esigenza.
Quando i bisogni dei bambini piccoli, specie se non in grado di esprimersi verbalmente, vengono disattesi, scoppia il pianto che è un segnale d’allarme previsto in situazioni critiche quali dolore, fame o paura e viene utilizzato per ottenere il recupero della madre. Si è appreso anni fa che il pianto prolungato provoca una riduzione dell’ossigenazione con un aumento del battito cardiaco, che, a sua volta, determina l’aumento di cortisolo, ormone dello stress di cui abbiamo parlato in precedenza.