prima parte - vi

L'importanza del sonno condiviso
per l'allattamento al seno

Per le madri che allattano dormire con il proprio bambino può rendere meno pesanti i risvegli dovuti alle poppate notturne. La Sezione sull’allattamento dell’Accademia Americana di Pediatria raccomanda che madri e figli dormano in prossimità le une degli altri per favorire l’allattamento al seno1, e sebbene la Task Force on Infant Sleep and SIDS definisca la condivisione del letto “pericolosa”, anch’essa raccomanda il sonno condiviso nella stessa stanza. Per la prima volta in America tutti gli scienziati esperti in pediatria concordano nel ritenere che il sonno condiviso praticato come condivisione della stessa camera da letto vada sostenuto non soltanto perché favorisce l’allattamento, ma anche perché dormire in prossimità della madre riduce i rischi di restare vittima della SIDS, come rivelato da recenti evidenze scientifiche2. Oltre a ciò diversi studi dimostrano come madri che allattano e neonati riescano a riposare di più grazie al sonno condiviso3. È assai più facile allattare l’una accanto all’altro che doversi alzare dal letto, attraversare il corridoio per raggiungere l’altra camera e riaddormentare un bimbo che desidera soltanto il tocco dalla mamma.


Le madri che condividono il letto spesso riferiscono di non doversi nep-pure svegliare completamente quando il piccolo ha fame, oppure che si svegliano solo per qualche minuto per attaccare il bambino. Quest’ultimo poppa il necessario mentre la mamma continua a dormire, consapevole tuttavia dell’andamento della poppata. Il bambino non dovrebbe piangere per essere nutrito, secondo quanto afferma la Sezione sull’allattamento dell’Accademia Americana di Pediatria e altri scienziati esperti in allattamento, tutti concordi nel ritenere il pianto “un segnale tardivo di fame”4.Certo il modo migliore, forse l’unico, per sapere se vostro figlio ha fame senza che pianga è stargli abbastanza vicino da percepirne i suoni e avvertirne i movimenti del corpo e delle braccia, che sono richiami non verbali per essere nutrito.