Ogni famiglia ha la propria lista di obiettivi, i propri bisogni e la propria filosofia. Mentre suggerisco che
tutte le famiglie dovrebbero tenere in camera con sé i propri piccoli, se possibile, per almeno i primi sei mesi di vita, non ritengo che tutte le
famiglie dovrebbero condividere il letto. Se sentite di desiderare il calore, la sicurezza, la pace e l’accudimento derivanti dal sonno in un letto
condiviso, allora è bene organizzare l’ambiente in cui si condividerà il lettone in maniera intelligente e programmata.
Partiamo dalle basi. Penso sia giusto per entrambi i genitori che dormono nel lettone assumersi la responsabilità, durante il sonno, del bimbo che è con loro. Proprio come sugli adesivi attaccati alle automobili che indicano “Bimbo a bordo”, prima di entrare nel letto in cui accoglierete vostro figlio pensate “Bimbo a letto”. Siete responsabili di sapere dove si trovi il piccolo e di reagire alla sua presenza. Tale reazione richiede una risoluzione consapevole: così come decidete di non alzarvi dal letto, o potreste aver deciso che vi alzerete presto per prendere l’aereo, dormire con un bambino è più di un atto fisico: è un atto mentale obbligatorio per entrambi i genitori che dormono nel letto, anche se sarà uno di loro a rispondere al piccolo più spesso dell’altro.
Ponete sempre il vostro bimbo sulla schiena, posizione naturale di ogni bambino allattato che condivide il sonno con mamma e papà. I ricercatori hanno scoperto che i lattanti corrono un rischio molto ridotto di cadere vittima della SIDS se dormono con la schiena appoggiata su un materasso rigido e con coperte ben avvolte, se dormono con il viso non coperto da cuscini, lenzuoli o peluche e in stanze in cui non si è fumato.