“E una donna che aveva al petto un bambino disse: Parlaci dei Figli.
I vostri figli non sono i vostri figli.
Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di sé.
Essi non provengono da voi, ma per tramite vostro,
E benché stiano con voi non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri,
Perché essi hanno i propri pensieri.
Potete alloggiare i loro corpi ma non le loro anime,
Perché le loro anime abitano nella casa del domani, che voi non potete visitare,
neppure in sogno.
Potete sforzarvi d’essere simili a loro, ma non cercate di renderli simili a voi.
Perché la vita non procede a ritroso e non perde tempo con ieri.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli sono lanciati come frecce viventi.
L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito,
e con la Sua forza vi tende affinché le Sue frecce vadano rapide e lontane.
Fatevi tendere con gioia dalla mano dell’Arciere;
Perché se egli ama la freccia che vola, ama ugualmente l’arco che sta saldo.”
da Kahili Gibran, Il Profeta
Epilogo
Durante la stesura di questo libro molte mamme mi hanno fornito la loro testimonianza su come vivono la maternità in una società che non solo non le protegge a sufficienza, ma sottovaluta il loro impegno nel crescere i figli rispettandone i bisogni affettivi tramite un accudimento ad “alto contatto”. Da qui è nata l’idea di aggiungere a ogni paragrafo alcune “voci di mamme” con la speranza che chi legge possa ritrovare qualcosa di sé e sentirsi parte di queste pagine.
Ho scelto poi tre contributi di mamme speciali, che mi hanno profondamente colpito, per porli alla fine del mio libro come augurio per tutte le madri di cogliere nella propria esperienza di maternità anche un’occasione di crescita ed evoluzione personale.