Giocando si impara
Abbiamo visto che la scrittura e il suo apprendimento necessitano di specifiche competenze e abilità che vengono acquisite dal bambino non solo tramite attività educative mirate, ma anche attraverso il gioco.
Che il gioco insegni al bambino a stare al mondo lo può dire qualunque educatore, psicologo, neurologo, psicomotricista. A chiunque non sia del mestiere può però sfuggire quanto il gioco sia fondamentale per lo sviluppo di abilità che vanno al di là dell’atto ludico e ricreativo, e che sono invece necessarie non solo in ambito scolastico ma in qualunque attività o aspetto della vita. Il gioco sviluppa abilità motorie e cognitive, ma anche psicofisiche, come la fiducia in se stessi, la perseveranza, la gestione delle emozioni e le capacità relazionali. Nell’ambito della scrittura, come già visto, ci sono abilità specifiche da sviluppare: ricordo la coordinazione motoria, la coordinazione oculo-manuale, l’organizzazione spaziale, la conoscenza dello schema corporeo, la manualità fine, il ritmo, il respiro, l’attenzione. I genitori in questo campo potranno svolgere un ruolo fondamentale, ad esempio giocando con i figli e proponendo attività educative e divertenti, stando loro vicino nei loro progressi, stimolandoli con giochi formativi. Penso che queste attività potranno essere più efficaci e svolte dai genitori con più diletto e consapevolezza se ne conoscono le finalità, i risvolti educativi e i benefìci, anche se sono giochi che di solito si fanno per divertimento e non se ne sospettano i risvolti didattici.
Vorrei dunque suggerirne qualcuno sottolineandone i risvolti istruttivi, formativi e pedagogici. Alcuni sono molto semplici ma davvero efficaci. Molti giochi tradizionali ma assai validi sono stati dimenticati, o quantomeno sono meno praticati di un tempo, con la conseguenza che attività alla portata di tutti e altamente educative sono finite col sembrare inutili, antiquate o superate. Invito quindi genitori ed educatori a rivalutarli e a comprendere quanto siano fruttuosi, nella speranza che siano in tal modo più propensi ad accantonare i giochi elettronici e a giocare di più a palla.