capitolo viii

Le riunioni di classe

L’efficacia dell’approccio positivo dipende dall’atteggiamento dell’adulto, che deve essere di rispetto reciproco e attenzione agli effetti a lungo termine sui bambini. Abbiamo promesso che i bambini con cui sperimenterete le interazioni rispettose delineate in questo libro impareranno autodisciplina, cooperazione, responsabilità, resilienza, intraprendenza, competenze nella soluzione dei problemi e altre competenze sociali e di vita idonee a formare un buon carattere.


Tali competenze e atteggiamenti sono sperimentati al massimo grado durante le riunioni di classe e di famiglia, programmate e tenute con regolarità. Queste procurano le circostanze ideali affinché adulti e bambini imparino e mettano in pratica i concetti democratici di cooperazione, rispetto reciproco e attenzione alle soluzioni. Le riunioni di classe e di famiglia sono fra le migliori occasioni per dare ai bambini l’opportunità di rafforzare le Sette Percezioni e Competenze Fondamentali citate nel primo capitolo. Sono i più importanti obiettivi a lungo termine che genitori, insegnanti e bambini raggiungeranno se iniziano a fare queste riunioni. Alcuni adulti sono motivati dal vantaggio secondario: la scomparsa dei problemi disciplinari. Va bene, purché sia chiaro che eliminare o ridurre i problemi di disciplina, pur essendo un vantaggio non da poco, non è l’obiettivo primario delle riunioni. Come ha detto un insegnante: «Non sono diventato maestro per fare il poliziotto, il giudice o il carnefice dei bambini. Da quando abbiamo iniziato le riunioni di classe, i miei alunni sono diventati rispettosi e pronti ad aiutare: così risolvono i loro problemi da soli, e io ho più tempo per insegnare».


Gli alunni saranno avvantaggiati nelle situazioni più importanti della vita se imparano e si esercitano a diventare “buoni cercatori” (termine usato da Thomas J. Peters nel suo libro Alla ricerca dell’eccellenza) attraverso elogi reciproci, e a risolvere problemi trovando soluzioni rispettose. Queste competenze sono importanti tanto quanto i risultati scolastici, ed è necessario metterle in pratica ogni giorno. Chiedo spesso agli insegnanti se per loro sarebbe concepibile che i loro alunni si esercitassero nella lettura o in matematica solo una volta alla settimana. Rispondono sempre di no. Quando chiedo perché no, rispondono che gli alunni hanno bisogno di esercitarsi quotidianamente per imparare bene e migliorare. Poi chiedo se, secondo loro, gli alunni possono acquisire e consolidare le competenze sociali e di vita utili a sviluppare un buon carattere esercitandole una sola volta a settimana (e per il resto del tempo sentono solo delle prediche sulla condotta). Ovviamente colgono subito il punto.


Ogni volta che gli alunni si trovano in difficoltà, gli insegnanti possono proporre: «Ti va di segnare questo problema sul programma delle riunioni di classe?». Questa di per sé è già una soluzione soddisfacente, che prevede anche un periodo per ritrovare la calma prima di cercare di risolvere il problema. Un’insegnante ha obiettato che i suoi alunni con esigenze particolari avevano bisogno di essere aiutati subito quando erano arrabbiati. Le ho consigliato di provare a far segnare ai bambini i loro problemi sul programma, per vedere cosa sarebbe successo. Ha raccontato che i bambini si sono diretti verso il foglio del programma chiaramente arrabbiati, hanno scritto cosa li aveva infastiditi e sono tornati al posto più tranquilli, perché gli bastava sapere che i problemi sarebbero stati affrontati a breve.


Si consiglia di far passare almeno un giorno per ritrovare la calma prima di discutere un problema. Dover aspettare più di tre giorni è però scoraggiante. Questa è la ragione per cui le riunioni che si svolgono una volta sola alla settimana tendono a essere poco efficaci. (Un periodo più breve per ritrovare la calma funziona con i più piccoli. Alla scuola materna, spesso un’ora è sufficiente). Scrivere un problema sul programma può avere lo stesso effetto di un breve periodo per ritrovare la calma.


Gli alunni spesso sono molto più bravi dell’insegnante a risolvere i problemi, per il semplice fatto che sono più numerosi, e la discussione di gruppo può far nascere idee originali. Quando vengono incoraggiati a esprimerle, i bambini sono in grado di trovare molte idee eccellenti. Infine, molti problemi di disciplina si risolvono grazie al fatto che gli alunni si sentono incoraggiati quando sono ascoltati e presi sul serio, e quando i loro pensieri e le loro idee vengono tenute in considerazione. Riescono anche a sentirsi coinvolti, e sono più motivati a seguire regole o soluzioni che hanno contribuito a stabilire. Gli insegnanti notano che i bambini sono molto più disposti a collaborare quando sono coinvolti nelle decisioni, anche quando la soluzione finale è uguale a quella che l’insegnante aveva proposto molte volte in passato, senza risultato.


Le riunioni portano molti altri benefici ai bambini. Gli insegnanti rimangono spesso sorpresi dalle competenze scolastiche e sociali apprese nelle riunioni di classe. Essendo intensamente coinvolti nella risoluzione di problemi per loro importanti, acquisiscono abilità di ascolto, sviluppo del linguaggio, pensiero trasversale, conseguenze logiche delle loro scelte, sviluppo della memoria e del pensiero oggettivo. I bambini imparano a risolvere problemi legati alla salute e alla sicurezza, oltre a una risoluzione preventiva e immediata dei conflitti. Il valore aggiunto del processo di risoluzione dei conflitti è che coinvolge tutta la classe, non solo i pochi alunni interessati. I bambini iniziano anche ad apprezzare il valore e i meccanismi dell’apprendimento. Durante una riunione di classe, una delle voci in programma era il copiare: i bambini hanno discusso tutti i motivi per cui non si dovrebbe imbrogliare (compreso il «così non impari nulla»); ragioni che, quando imposte dagli adulti, sembrano entrare da orecchio e uscire dall’altro.