capitolo x

In che modo la vostra
personalità influenza la loro

Nel quarto capitolo abbiamo visto gli obiettivi sbagliati dei bambini, ma anche gli adulti ne hanno: si chiamano priorità di vita. Proprio come i bambini spesso non sono consapevoli dei loro obiettivi errati, anche gli adulti possono non essere coscienti delle loro priorità di vita. Queste infine possono portare a comportamenti scorretti il cui impatto ricade sui bambini. Prima di affrontare l’argomento nel dettaglio vediamone alcuni esempi all’interno delle famiglie per capire come si applicano alla vita quotidiana e in che modo influenzano i bambini.


Nella famiglia Jasper è l’ora di andare a nanna. La routine della nanna è un gran fastidio per la madre, la cui priorità di vita è la comodità; preferisce aspettare che i bambini si addormentino sul pavimento per poi portarli a letto piuttosto che stressarsi a discutere. Nella vita preferisce evitare stress e sofferenze emotive, e pensa che evitare conflitti sulla nanna sia un modo per preservare il suo agio.


Il padre però non è d’accordo. La sua priorità di vita è il controllo: crede che per i bambini sia importante avere orari fissi ed è disposto a prendersene la responsabilità. Quando è il suo turno di mettere a letto i bambini, li segue in tutte le fasi della routine, assicurandosi che mettano il pigiama, si spazzolino per bene i denti e che alle sette e mezzo siano sotto le coperte. È convinto che avere il controllo di sé, delle situazioni, o degli altri sia il modo di evitare critiche e umiliazioni.


I due genitori si comportano in modo diverso in situazioni potenzialmente critiche ai loro occhi. Gli stili educativi differenti confondono i figli e spesso li portano a comportarsi male e a mettere i genitori alla prova. Gli adulti la cui priorità è la comodità vogliono evitare stress e sofferenze. È però possibile che con questo sistema non aiutino i figli a imparare limiti e organizzazione. I figli possono sviluppare la convinzione di poter sempre fare quello che vogliono e di non dover sottostare ad alcuna responsabilità. I genitori la cui priorità è invece il controllo credono di poter evitare critiche e umiliazioni mantenendo il controllo (a volte della situazione, a volte di sé, altre volte degli altri). Possono essere troppo severi e non coinvolgere i figli nello stabilire dei limiti. Alcuni bambini si sentono oppressi e decidono di ribellarsi. Altri potrebbero invece arrendersi e concludere che, per essere amati, devono a tutti i costi piacere agli altri.


Cos’è una priorità di vita? Da dove deriva? In che modo è legata agli stili genitoriali e qual è l’impatto che ha sui figli? Prima di rispondere a queste domande diamo un’occhiata ad altre due priorità di vita nella famiglia Sanchez.


Anche in questa famiglia è l’ora di andare a dormire. La mamma crede sia importante che i bambini vadano a letto presto e cerca di convincere i figli impartendo loro lezioni sulla responsabilità di fare ciò che è “giusto”. È sempre frustrata dal fatto che i figli non prendano sul serio il suo buon senso (le lezioni). Difficilmente la ascoltano quando parla. Che affronto! La priorità di vita della madre è la superiorità. La privazione di senso è ciò che in assoluto vuole evitare nella vita ed è convinta che fare le cose “giuste” sia il modo di dare significato alla vita.


Il padre ha un approccio molto diverso. A lui basta che i suoi figli siano felici e che metterli a letto non diventi un problema. La sua priorità di vita è compiacere e per rendere le cose piacevoli cerca di metterli a letto “amorevolmente”. Fa dei giochi per invogliarli a mettersi in pigiama e a lavarsi i denti. Legge loro delle storie; porta un bicchier d’acqua dopo l’altro e ritorna infinite volte per un “ultimo” bacio della buonanotte. Ha l’impressione che rendere giocoso il momento della nanna, e fare ciò che pensa possa piacere ai figli, gli permetta di conquistare il loro affetto ed evitare di essere respinto.


Anche il signore e la signora Sanchez sono molto diversi e questo invita i figli a metterli alla prova molto spesso. I genitori la cui priorità è la superiorità non si rendono conto che il loro bisogno di essere nel giusto per evitare un senso di insignificanza e irrilevanza porta i bambini a sentirsi inadeguati. Come potranno mai soddisfare le grandi aspettative dei genitori? Questi bambini possono diventare depressi e arrendersi, o decidere di eccellere, al caro prezzo del significato che daranno all’amore incondizionato. I genitori la cui priorità è compiacere vogliono evitare di essere respinti. Tuttavia i loro sforzi possono portare i figli ad approfittarne e ad arrivare alla conclusione: «Appartengo solo quando gli altri si prendono cura di me e mi danno tutto quello che voglio».


Questi sono esempi estremi. La maggior parte dei genitori può però riconoscersi in alcune di queste tendenze, ed è in questo che consiste il concetto di priorità di stile di vita. Sbrogliare la matassa di tutte le azioni e interazioni dei membri della famiglia, ognuno con la sua personalità, le sue convinzioni e la sua logica personale, può essere una grossa sfida. In questo la conoscenza e la consapevolezza sono d’aiuto.


Nei capitoli precedenti abbiamo dedicato molto spazio alle decisioni che modellano il comportamento dei bambini. Questo capitolo si incentra invece su come le decisioni e i comportamenti degli adulti influenzano i bambini partendo da una teoria chiamata priorità di stile di vita, sviluppata da una psicologa adleriana, l’israeliana Nira Kefir. È importante che genitori e insegnanti sappiano che le loro scelte di stile di vita influenzano gli stili educativi genitoriali e scolastici e di conseguenza gli stili di vita dei bambini.


Ogni stile ha punti di forza e di debolezza che influenzano l’interazione con i bambini. Capendoli, possiamo imparare a costruire sui vantaggi ed evitare di restare invischiati nei punti deboli del nostro stile (almeno ogni tanto). Ma il primo passo è la comprensione.