capitolo ii

Alcuni concetti di base

Questo libro contiene centinaia di suggerimenti pratici per una disciplina non punitiva. Tuttavia, prima di affrontare il “come” è importante sapere il “perché”. Troppi genitori e insegnanti usano metodi che non producono risultati efficaci a lungo termine per i bambini: questo perché non capiscono le basi essenziali del comportamento umano. I concetti adleriani fondamentali descritti di seguito e nei prossimi due capitoli (insieme a diversi esempi di applicazione pratica) sono d’aiuto perché permettono di comprendere più a fondo il comportamento umano, i motivi per cui i bambini si comportano male e quanto i metodi della Disciplina Positiva siano d’aiuto affinché i bambini imparino le competenze e gli atteggiamenti necessari per diventare membri felici e impegnati della società.


Alfred Adler aveva idee avanti coi tempi. Durante le sue celebri lezioni e seminari aperti al pubblico a Vienna (dopo il distacco da Freud), sosteneva con determinazione la parità tra razze, uomini, donne e bambini molto prima che questi concetti fossero diffusi. Adler, austriaco di origini ebraiche, fu poi costretto dalla persecuzione nazista a lasciare il Paese per poter continuare il suo lavoro.


Rudolf Dreikurs lavorò a stretto contatto con Adler e continuò a portare avanti la psicologia adleriana dopo la morte di quest’ultimo, nel 1937. Dreikurs pubblicò, sia in forma autonoma sia in collaborazione con altri studiosi, libri per illustrare l’applicazione pratica della teoria adleriana a genitori e insegnanti desiderosi di migliorare il rapporto con i bambini a casa e a scuola (vedi “Consigli di lettura”).


Dreikurs si preoccupava del fatto che molti adulti, nel tentativo di mettere in pratica i suoi suggerimenti, non comprendevano però alcuni dei concetti di base. Questa comprensione limitata li portava a distorcere molte delle tecniche e a usarle per imporre le proprie scelte ai bambini anziché per conquistarli. Gli adulti si impongono sui bambini quando usano metodi punitivi e di controllo. Al contrario, gli adulti conquistano i bambini quando li trattano con dignità e rispetto (usando gentilezza e fermezza allo stesso tempo) e hanno fiducia nella loro capacità di collaborare e contribuire. È quindi necessario che gli adulti incoraggino molto i bambini e si prendano il tempo per favorire la formazione delle competenze essenziali per la vita.


Imporsi sui bambini li fa sentire sconfitti, e la sconfitta di solito porta i bambini a sviluppare atteggiamenti di ribellione o di cieca sottomissione; nessuno dei due è auspicabile. Conquistare i bambini significa ottenere la loro collaborazione volontaria.


Uno degli esempi di come gli adulti fraintendono i concetti di base della Disciplina Positiva è che spesso aggiungono l’umiliazione alle conseguenze logiche, nella convinzione sbagliata che, se non soffrono per i loro errori, non impareranno nulla. È vero che l’umiliazione può motivare i bambini a fare di meglio, ma quanto costerà loro in termini di consapevolezza del proprio valore? Diventeranno eccessivamente accomodanti, o dipendenti dall’approvazione, con il pensiero fisso che il loro valore dipende dall’approvazione degli altri? Riusciranno a fare di meglio, ma temendo di correre il rischio per paura di fallire? Il loro processo di apprendimento si fonderà su biasimo, vergogna, dolore e su quello scoraggiamento, generato dagli adulti, che conduce a un calo di autostima? O sarà piuttosto basato sull’empatia degli adulti, sull’incoraggiamento, sull’amore incondizionato e sul sostegno che li aiuteranno ad acquisire competenze di vita e una sana consapevolezza del proprio valore?