Conclusioni

Ciò che, innanzitutto, vorremmo trasmettere al lettore con questo libro è lo “spirito” col quale affrontare un disturbo dell’apprendimento come la dislessia. Fenomeno che ha conosciuto negli ultimi anni una fiorente letteratura non solo specialistica, ma anche parascientifica, a danno di una corretta definizione e comprensione del problema. In primo luogo, deve essere chiaro che la dislessia non comporta alcun ritardo mentale, così come dev’essere subito evidente che un approccio errato – sia umano, sia diagnostico, sia abilitativo – è destinato a enfatizzare i disagni sociali, affettivi e di autostima del soggetto interessato. In secondo luogo, per quanto possa apparire banale, occorre considerare sempre che “nessun dislessico è uguale a un altro”, ogni caso va valutato e affrontato nel rispetto della sua singolarità, di contesto relazionale e clinico. Proprio circa i rapporti sociali è importante precisare che i problemi in questo ambito – emarginazione, bullismo... – sono una conseguenza e non causa del disturbo.


Scopo primario del nostro lavoro è fornire ai genitori e agli operatori scolastici – come a tutti gli attori che orbitano intorno al “pianeta-bambino” – uno strumento sinottico ed efficace non solo di comprensione del problema e del suo inquadramento specialistico, ma utile ad affrontare nel quotidiano i disagi attravesro le giuste strategie. A questo fine sono stati inseriti, al termine del testo, i capitoli “Consigli pratici” e “Giochi utili”. Entrambi propongono alcune attività, svolgibili anche in ambito famigliare, volte ad allenare la memoria e l’attenzione, ovvero gli aspetti bisognosi di maggior sostegno nei soggetti dislessici.