capitolo xxx

Lieto fine

Nell’introduzione vi ho parlato di Leonardo. Per i primi 7 mesi di vita non ha fatto che piangere a meno che non fosse in braccio, e non ha mai dormito più di un’ora di fila. Fino ai 3 anni non ha mai fatto una notte completa.


Non stava mai fermo. MAI. Spesso ci chiedevano se fosse iperattivo, ma il nostro medico ha escluso questa possibilità. Alla maestra che, alla scuola materna, gli ha chiesto di colorare senza uscire dai bordi, ha risposto “Ma io sono un artista!” (e lei: “Non voglio artisti nella mia classe”).


Oggi Leonardo ha sedici anni ed è un ragazzo sensibile, sincero, altruista. È bravissimo a scuola e cintura marrone di judo (disciplina che lo ha aiutato, negli anni, a bilanciare la sua estrema sensibilità sviluppando una grande forza non solo fisica ma anche mentale). Raramente ci troviamo in conflitto con lui, nonostante questa sia per molti un’età difficile (eh vabbè, noi l’età difficile l’abbiamo avuta all’inizio!). Quando ci capita di avere divergenze di opinioni lui ci minaccia scherzosamente: “Se non la smettete, l’anno prossimo vado a studiare a Parigi/Torino/Londra…”. Continua a dormire pochissimo, ma adora leggere e disegnare e occupa in questo modo le ore di veglia “extra”.


In quei primi anni durissimi, durante i quali pesavo 40 chili e avevo due occhiaie fino alle ginocchia, credevo di essere stata sfortunata. Di aver avuto un bambino “difficile”. Oggi invece ne farei altri dieci come lui, anche se sapessi di dover attraversare di nuovo le stesse difficoltà.


Se avete un bambino “difficile”, quindi, non disperate: sono fasi che passano e dal bozzolo spesso esce una meravigliosa farfalla.