Neonati e fiori di bach:
un connubio vincente

Queste mie poche pagine conclusive vogliono essere non tanto una testimonianza quanto una proposta: ancora una volta mi trovo a gettare un seme nella speranza che possa trovare terreno fertile per essere accolto da spiriti coraggiosi e aperti al cambiamento.


L’incontro con i fiori di Bach è arrivato piuttosto tardi nella mia vita e nella mia carriera professionale. Da tempo vagavo nella nebbia come medico alla ricerca di qualcosa in più, di uno strumento diverso, più consono al mio modo di essere terapeuta ma non riuscivo a trovare la strada. Da anni utilizzavo l’omeopatia con i miei piccoli pazienti, ma cercavo al contempo anche qualcosa di più semplice, alla portata di tutti, qualcosa di più delicato e dolce da poterle affiancare.


Poi, lungo il cammino personale della sofferenza, ho incontrato i fiori: è stato più che altro un colpo di fulmine, un innamoramento immediato. Non che non li conoscessi già o non li avessi già provati, ma è come se all’improvviso mi si fossero rivelati in una luce nuova: di punto in bianco i fiori mi hanno parlato, come vecchi amici che si confidano bisbigliando piano, raccontandomi i loro segreti. Da allora sono diventati i miei fedeli alleati e non li ho lasciati più: li ho sperimentati uno ad uno su di me, poi su familiari e amici e infine, una volta così collaudati, con i miei pazienti, grandi e piccini. I risultati sono stati sorprendenti, a volte addirittura magici. Certamente al di là di ogni mia aspettativa.


Non essendo neonatologa, non ho avuto modo di sperimentare l’utilizzo dei Fiori di Bach con i piccoli prematuri ricoverati in TIN, ma solo con quelli già cresciuti che vengono da me per problematiche eminentemente emotive, per curare cioè le ferite lasciate dal trauma della nascita. Ho potuto sperimentare ottimi risultati con l’utilizzo delle essenze floreali in questi casi, ecco perché vorrei lanciare un appello affinché venissero sperimentati anche nei reparti di neonatologia: sono convinta infatti che potrebbero aiutare non poco a migliorare il decorso di tanti bambini e dare loro la forza di superare momenti così difficili e a volte addirittura drammatici senza alcun rischio di effetti negativi o collaterali.


Per chi non li conoscesse, dirò solo che i Fiori sono rimedi vibrazionali scoperti dal medico inglese Edward Bach ai primi del ’900. Bach iniziò la sua carriera professionale lavorando dapprima nei reparti di Pronto Soccorso e Chirurgia d’urgenza, poi come batteriologo. Scoprì quindi l’omeopatia a cui si dedicò per anni ma poi sentì che un’altra strada lo chiamava e per seguirla abbandonò ogni cosa: passò da allora il resto della sua breve vita alla individuazione dei 38 rimedi floreali che hanno poi preso il suo nome.


I Fiori lavorano a livello energetico perché nessuna parte della pianta è contenuta nella soluzione, preparata o per esposizione al sole oppure mediante bollitura. Al paziente arriva solamente l’informazione di cui il fiore è portatore e questa agisce con un meccanismo a cascata dal livello più alto, cioè psichico, a quello più basso, cioè fisico. Il medico inglese si è infatti reso conto che qualsiasi malattia ha le sue radici in un’alterazione dell’equilibrio energetico della persona ovvero in una problematica di tipo psichico.


Il regno dei Fiori è dunque esattamente quella sfera da cui i bambini provengono, quel regno misterioso di cui così poco sappiamo ma che così tanto influenza le nostre vite…


Ecco perché loro reagiscono in genere così bene e velocemente alla terapia con le essenze floreali.


Per i bambini ricoverati in TIN io ne vedrei in particolare alcune di facile utilizzo:


- in primis il RESCUE REMEDY, un mix di cinque fiori studiato da Bach appositamente per le situazioni di emergenza come traumi, incidenti, attacchi di panico, paure o spaventi improvvisi. Penso che questo rimedio, di facile somministrazione (in quanto può essere spruzzato o versato direttamente sui polsi del neonato) consentirebbe già un enorme aiuto per superare i momenti critici del ricovero, delle manovre traumatiche (prelievi, intubazioni e quant’altro) effettuate sui piccoli prematuri e consentirebbe loro di vivere con meno ansia e paura le difficoltà della separazione dalla mamma e l’impatto con l’ambiente ospedaliero.


- quindi WALNUT, il fiore del noce, che personalmente somministro a tutti i neonati e ancora prima alle mamme in gravidanza: è un’essenza che aiuta ad adattarsi ai cambiamenti e protegge dalle interferenze esterne, ambientali. È quindi fondamentale per accompagnare il bambino durante il parto e subito dopo la nascita, per aiutarlo a compiere quello che è il più importante passaggio della vita nel modo migliore possibile e proteggerlo poi proprio come una sorta di guscio energetico. Walnut è un fiore di soglia, che può facilitare il transito nelle situazioni in cui si presenta difficoltoso e incerto.


- un altro fiore molto importante per i piccolissimi è ELM, il fiore dell’olmo, che aiuta a sopportare le stimolazioni eccessive, quando cioè tutto ci appare troppo pesante e faticoso da sopportare: il bambino è troppo piccolo, la paura è troppo grande, le interferenze troppo dolorose e così via… Elm dà l’energia e il coraggio per affrontare impegni molto grandi, sproporzionati alle proprie forze.


Può essere associato a LARCH, il fiore della fiducia in sé, il cui silenzioso messaggio è “io ce la faccio”.


- poi c’è CLEMATIS, indicato per i neonati ipotonici e molto sonnolenti, che fanno fatica a succhiare perché si addormentano subito. È il fiore di chi sente un forte richiamo a tornarsene là da dove è venuto… Si usa per esempio nelle emergenze in caso di svenimento.


Questi sono, a mio avviso, i fiori di maggiore e più facile utilizzo ma molti altri possono essere utilizzati a seconda delle caratteristiche individuali di ciascun neonato: MIMULUS, per esempio, nel caso di un piccolino che soffre di tremori e sussulta al minimo rumore, che appare particolarmente impaurito; IMPATIENS (contenuto del resto nel Rescue Remedy) nel caso di neonati molto agitati o provati da dolore fisico intenso o sottoposti a molti prelievi; ASPEN quando la componente dello spavento è preponderante; SWEET CHESTNUT e GORSE nei casi più gravi, quando si comincia a perdere la speranza e sembra che la situazione sia veramente disperata.


Naturalmente dai fiori possono essere aiutati anche i genitori che, oltre al Rescue Remedy, avrebbero bisogno di RED CHESTNUT per la grande preoccupazione e ansia che provano nei confronti della salute del loro bambino. Una nebulizzazione quotidiana di Fiori di Bach in un reparto di Neonatologia credo comunque potrebbe essere di giovamento anche agli operatori e contribuire a rendere l’atmosfera generale più rilassata…


Mi rendo conto che la mia proposta possa risultare per alcuni alquanto pionieristica ma i risultati di Ortrud con l’omeopatia mi confermano che occorre sperimentare anche altre strade per rendere l’esperienza, di per sé traumatica, dei neonati prematuri o patologici un po’ meno difficile da accettare e da vivere. E per farlo, a volte bisogna osare…


Elena Balsamo