Quando mi sono affacciata alla vita
non ho trovato ad attendermi dolci seni colmi di latte.
La mia bocca è rimasta affamata.
Non ho potuto affondare il mio capo
nel calore di un corpo di donna.
Le mie piccole mani di bambina
non hanno potuto scorrere
tra pieghe flessuose di morbida carne.
La mia pelle è rimasta arsa, assetata.
Così sono partita alla ricerca del tocco fatato.
Per vite intere
ho cercato il corpo negato di mia madre
e non l’ho trovato.
Poi, un giorno, mi sono sdraiata sul grembo della Terra.
Ho infilato le mie dita
tra i suoi lunghi capelli di erba verdeggiante.
Mi sono lasciata cullare dal mormorio delle onde del mare.
Mi sono lasciata accarezzare dalla brezza di primavera
che ha posato sul mio viso mille piccoli baci,
lievi come solo il vento sa essere.
Ho lasciato che il calore del sole mi entrasse dentro
e scaldasse le mie membra stanche.
Ho posato il mio capo
su un cuscino di primule e viole.
Adagiata su morbide dune di sabbia,
al canto dolce delle cinciallegre,
mi sono addormentata sul corpo di mia Madre.
Madre Terra mi ha avvolto e mi sostiene :
ha steso su di me una coperta di stelle.
E.B.