Sapevate che l’ossitocina viene secreta anche durante un pasto conviviale in cui si mangia bene, ci si sente
soddisfatti e in buona compagnia? La traduzione di questo libro è stata suggellata proprio durante una cena fra donne in una bellissima Firenze
d’autunno in cui ho chiesto a Kerstin se fosse interessata a diffondere il suo libro anche nel nostro paese. Ho proposto la traduzione di questo testo
dopo essermene innamorata e averlo letto in inglese. Kerstin Uvnäs Moberg è una fisiologa svedese che da decenni studia l’ossitocina e i suoi effetti
sul corpo e sul comportamento umano e animale. Ha scritto più di 400 articoli scientifici e tre libri tradotti in tutto il mondo, ma in Italia è
perlopiù sconosciuta. Questo è davvero incredibile, ma un’idea del perché me la sono fatta: in Italia, e più nello specifico nelle culture
occidentali, la fisiologia sembra superflua, gli aspetti salutogenici (ovvero ciò che genera e promuove salute a costo zero, senza farmaci ma
attivando le risorse interne ed esterne che ognuno di noi ha) sembrano temi da esaltati o da ciarlatani seguaci della New Age.
L’oggetto di questo libro è far conoscere ai lettori l’azione dell’ossitocina dentro ognuno di noi attraverso il sistema a cui è legata la sua produzione, cioè il sistema della calma e della connessione. Non stiamo parlando di una connessione via Internet, ma di una connessione fra tutti gli elementi del network cellulare che esiste dentro ognuno di noi per proteggere la nostra salute anche in relazione con l’ambiente in cui viviamo.
In questo libro viene proposta una visione della vita umana e della società che cerca di rileggere lo stress cronico in chiave di riequilibrio con il sistema della calma e della connessione: ciò rappresenta un tesoro da attivare in maniera consapevole e, finalmente, leggendo queste pagine sapremo come farlo.
Tuttavia la maggior parte degli studi scientifici riguarda l’asse dello stress e la risposta di attacco o fuga dagli stressori che il nostro corpo mette in atto. Questi studi hanno finora messo l’accento sulla parte potenzialmente patogena dello stress e su ormoni quali adrenalina e cortisolo.