Il fatto che portare i bambini sia una pratica antica, ancora oggi comune a una grande parte dell’umanità, ci induce a pensare che si tratti di una pratica “originale”, nel senso (quasi) letterale del termine, e profondamente “naturale” nei confronti della prole umana.
Questo è il pensiero di partenza nell’indagine di un significato ampio di questa modalità, che non si vuole limitare a descrivere qualche “beneficio per il bambino” o “vantaggio per i genitori”. Il risultato di questa riflessione è la fisiologia1 del portare.
Come già accennato nell’introduzione, ho tentato di sviluppare un quadro “in positivo”, che da un lato metta insieme conoscenze e nozioni provenienti da diverse discipline che si occupano della natura umana (nel senso più ampio della parola), e dall’altro traduca in teoria ciò che si sperimenta nella pratica. Al suo interno il concetto biologico del portare (capitolo II.1.) diventa la partenza per illustrare poi il concetto della P e dei suoi elementi portanti (capitolo II.2).