Come iniziare?

Lo svezzamento è una tappa significativa per il vostro bambino e per la famiglia intera, quindi è normale vivere questo momento con un po’ di apprensione.


Pensate a quanti cambiamenti deve affrontare un lattante nel momento del pasto: profumo e gusto dell’alimento, consistenza, posizione e ambiente spesso nuovo, sensazione derivante dall’utensile utilizzato, ruolo dell’adulto diverso rispetto a quando riceve il latte.


C’è bisogno di tempo per abituarsi a tutte queste novità, quindi non scoraggiatevi!


Il momento del pasto rappresenta l’opportunità per il bambino di acquisire una propria autonomia nel mangiare e l’occasione per iniziare a sperimentare il proprio “saper fare”.


Il ruolo dei genitori è quello di essere dei compagni di pasto sempre partecipi, al suo fianco, attenti e disponibili in caso di difficoltà, ma non intrusivi; cioè che propongono e non impongono.


Partecipiamo al pasto mettendoci in sintonia con il bambino, senza cercare di modificare ciò che fa; se, ad esempio, volesse toccare il cibo con le mani o schiacciarlo tra le dita, lasciamoglielo fare. Pasticciare è una parte inevitabile e importante dell’apprendimento.


Il segreto per affrontarne le conseguenze è prepararsi in anticipo, pensando a come vestire il bambino (e anche voi stessi) prima del pasto e, eventualmente, a come proteggere lo spazio intorno.


Nella situazione storica in cui viviamo, lontani dal rischio di carestia e dalla fame, il nostro obiettivo non è esclusivamente raggiungere l’apporto corretto di energia, proteine, carboidrati e grassi essenziale per la crescita e lo sviluppo, quanto avvicinare il bambino ad abitudini alimentari sane. Approfittiamo di questa occasione per migliorare anche le abitudini alimentari del resto della famiglia, proponendo un’alimentazione all’insegna di una dieta varia ed equilibrata.


Non limitiamoci perciò alla rigida applicazione di uno schema predefinito nei tempi e nei modi di introduzione degli alimenti. La ricettina per la prima pappa, con i diversi ingredienti mescolati, può essere una delle modalità proposte. In realtà, non esiste una sequenza di introduzione precisa degli alimenti da raccomandare.


Le scelte dei genitori saranno guidate dalla fantasia, dalla stagionalità, dalla disponibilità degli alimenti, in armonia con le abitudini familiari e le consuetudini. Possono essere utilizzati alimenti consumati anche da mamma e papà, presentati in modo adeguato alle competenze del bambino, affinché, dai primi assaggi, possano diventargli familiari. Condividere il momento del pasto significa condividere sapori, colori, aromi, consistenze che lasceranno una traccia del sapore e del profumo della cucina della famiglia. I sapori e gli odori dell’infanzia infatti vengono scolpiti nella nostra memoria, pronti a risvegliarsi e a farci rivivere momenti passati.


A chi non è successo, sentendo un profumo o riconoscendo un sapore, di ricordarsi di una persona cara o di un evento del passato? È la cosiddetta “sindrome di Proust”: il protagonista del romanzo Alla ricerca del tempo perduto, di Marcel Proust, racconta di avere pochi ricordi della sua infanzia, ma dopo aver assaggiato un biscotto inzuppato nel tè mentre si trovava a Parigi, gli tornano in mente dei dettagli di quando era piccolo, delle persone che lo circondavano e dei luoghi dove stava. Questa memoria sopraggiunge grazie al sapore della madeleine che gli ricorda il biscotto assaggiato molti anni prima.


Talvolta potrà capitare invece che, per offrire un modello nutrizionale sano, i genitori debbano allontanarsi dalla tradizione familiare o dagli stereotipi.


A guidare il genitore deve essere l’idea che il periodo 6-24 mesi rappresenti un’opportunità straordinaria per promuovere l’accettazione di alimenti salutari come frutta e verdura.