capitolo iv

Il dolore ha uno scopo?

Interpretazioni e funzioni del dolore nella nascita
…Non avevo paura del dolore proprio perché sapevo quale importanza avesse la sua funzione e l’avrei affrontato come si affronta qualcosa di estremamente impegnativo ma necessario…

Come già accennato nel capitolo precedente, durante la contrazione, il forte stress dovuto al dolore stimola la secrezione “a picco” di adrenalina, e di conseguenza vengono secrete, sempre “a picco”, l’ossitocina, le prostaglandine e le endorfine. Con il finire della contrazione, diminuisce anche la sensazione di dolore, e di conseguenza viene diminuita anche la secrezione di questi ormoni. Questo picco è responsabile del regolare andamento del travaglio, con un meccanismo circolare che si autoalimenta, poiché: in assenza del picco di adrenalina non si produrrebbero gli altri ormoni a sufficienza; senza ossitocina e prostaglandine le contrazioni risulterebbero irregolari e inefficaci; senza endorfine la percezione del dolore sarebbe maggiore.


L’ossitocina contribuisce al distacco della placenta e a formare il “globo di sicurezza” o “globo uterino”, che protegge la madre da emorragie troppo accentuate dopo il parto.


Il picco ossitocico dopo la nascita risulta essere fondamentale poiché stimola la secrezione del latte durante l’allattamento, aumenta la temperatura del seno, promuove l’attaccamento materno al neonato e il suo istinto nella cura del piccolo. Per le donne più sensibili agli ormoni è possibile che il rilascio di ossitocina produca un effetto dimenticante che permette alla madre di rimuovere gli aspetti peggiori percepiti durante il travaglio (come la sensazione dolorosa locale).


Le endorfine sono neurotrasmettitori che, oltre ad agire come analgesici naturali, incoraggiano la donna a cercare un posto sicuro dove partorire, promuovono l’attaccamento emotivo al neonato, stimolano l’istinto materno e producono un senso di benessere, appagamento e gratificazione che, insieme al loro effetto “dimenticante”, possono favorire a distanza di qualche tempo il desiderio di ripetere l’esperienza.


Quindi…