TERZA PARTE

Pratiche commerciali
che ostacolano l'allattamento

“Non dovrebbe esserci competizione con l’allattamento, dal momento che ogni alternativa non ha senso dal punto di vista nutrizionale, è ingiusta dal punto di vista economico, politicamente suicida, un affronto ai diritti umani e moralmente ingiustificabile”

(Annelies Allain, Fighting an old battle in a new world, 2005)


La Convenzione dei Diritti dell’infanzia1 riconosce il diritto di tutti i bimbi al migliore stato di salute ottenibile, affermando anche che l’allattamento al seno può soddisfare questo e altri diritti. In questo senso l’allattamento rappresenta uno strumento fondamentale per ridurre le diseguaglianze sociali e ciò nonostante abbiamo visto come nell’ultimo secolo questa pratica sia stata spesso sostituita dall’alimentazione artificiale. Fra i motivi che hanno determinato questo cambiamento, e che rendono difficile la ricostituzione di una cultura dell’allattamento, un posto di primo piano è occupato dalle politiche di marketing delle ditte che producono alimenti per l’infanzia, biberon e tettarelle. Ora affronteremo tale aspetto, illustrando alcune delle principali strategie promozionali e mostrando come queste possano contribuire a minare l’autostima materna e a condizionare i giudizi degli operatori sanitari, influenzando le scelte sull’alimentazione infantile. Parleremo del principale strumento di protezione: il Codice Internazionale per la Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno dell’Organizzazione Mondiale della Salute.