CAPITOLO XIII

Disastri e donazioni di latte artificiale

La distribuzione gratuita di latte artificiale in alcuni casi assume la connotazione di un gesto umanitario: questo è l’esempio classico dell’assistenza durante le emergenze dovute a catastrofi naturali, come terremoti, eruzioni vulcaniche, tsunami, ecc, o a cause umane, come guerre, migrazioni dovute a motivi politici, ecc.


È chiaro che come persone e genitori non si può che essere colpiti da immagini di bambini piccoli in difficoltà, e il pensiero comune è quello di provvedere al loro sostentamento, con cibi per l’infanzia e latte artificiale. Proprio perché le situazioni di emergenza possono mettere a dura prova la salute e la sopravvivenza dei bambini, è però necessario che la distribuzione di alimenti per l’infanzia avvenga in modo controllato: è in frangenti come questi che il rispetto del Codice assume una rilevanza ancora maggiore nella protezione dei bambini alimentati artificialmente come anche di quelli allattati.


Molte persone ad esempio non riflettono sul fatto che in condizioni di emergenza l’alimentazione artificiale può essere ancora più pericolosa e letale del solito, ed è quindi necessario proteggere e sostenere più che mai l’allattamento. Eppure, in queste occasioni le aziende produttrici di sostituti del latte materno non si sono mai fatte pregare nel donare ingenti quantitativi dei loro prodotti, passando anche attraverso le organizzazioni umanitarie. “I nostri reparti di maternità sono stati letteralmente inondati dai sostituti del latte materno portati dalle agenzie umanitarie. Ciò ha quasi completamente annientato tutti i nostri programmi di promozione dell’allattamento”1, affermava il dottor Demichian nel 1996 dopo che un grave terremoto aveva colpito l’Armenia. Situazioni simili sono state descritte ai tempi della guerra in Bosnia e più recentemente dopo lo tsunami del sudest asiatico, nel 2004. Il fatto è che in condizioni di emergenza è difficile controllare la distribuzione di sostituti del latte materno, con il rischio che a usarli siano anche le madri che allattano, mettendo così in pericolo la salute dei propri figli. Dichiarava il ministro della salute dello Sri Lanka dopo lo tsunami: “Uno dei problemi principali è stata la distribuzione, da parte dei donatori e delle organizzazioni non governative (ONG), di latte artificiale e biberon alle madri che stavano allattando, senza gli opportuni controlli. I donatori hanno agito emotivamente, senza alcun fondamento scientifico, senza considerare i pericoli dell’alimentazione artificiale in caso di catastrofi. Per di più i mezzi di comunicazione di massa sono sempre molto propensi a parlare dell’alimentazione dei lattanti, così hanno fatto un appello pubblico per la fornitura di latte artificiale e biberon. Il Ministero della Salute ha dovuto affrontare molte sfide per assicurare che le madri in allattamento continuassero a farlo e non passassero a una pratica non sostenibile e potenzialmente pericolosa come il latte artificiale.” (vedi nota precedente)