Abbiamo visto quali siano gli interessi economici e le barriere che possono creare ostacoli alle madri che
desiderano allattare. Tuttavia, c’è talmente tanto buon senso nel proteggere, promuovere e sostenere l’allattamento che si moltiplicano le iniziative
volte a rendere di nuovo questa pratica la norma nella nostra società: da quelle istituzionali a quelle informali, da quelle internazionali a quelle
di quartiere. È un continuo fiorire di progetti, idee, impulsi che a mio avviso testimoniano quanto le cose stiano cambiando, grazie al lavoro e
all’entusiasmo di mamme e papà, operatori sanitari, istituzioni locali e non. In questo capitolo, offriremo un breve excursus fra le principali
iniziative.
La Strategia Globale per l’Alimentazione dei neonati e dei bambini e il Progetto Europeo
“Virtualmente ogni madre può allattare se ha accessoa informazioni accurate e sostegno all’interno della famiglia, della comunità eda parte del sistema sanitario… i Governi dovrebbero muoversi alla svelta perattuare questa importante strategia.”
(Lee Jong-Wook, direttore generale dell’OMS,in un comunicato stampa congiunto OMS-UNICEF, 23/3/04,Global Strategy: breastfeeding critical for child survival)
Con la Risoluzione 55.25 del maggio 2002, l’Assemblea Mondiale della Sanità ha approvato all’unanimità un documento molto forte, basato sui dati scientifici ed epidemiologici più affidabili, fondato “sull’importanza dell’alimentazione dei primi mesi e anni di vita, e sul suo ruolo determinante per raggiungere condizioni di salute ottimali” e in cui “si sottolinea la necessità di sostenere le madri e le famiglie nello svolgimento dei loro ruoli così importanti”. Si tratta della Strategia Globale per l’Alimentazione dei neonati e dei bambini1, frutto del lavoro congiunto dei maggiori esperti mondiali, che ha come scopo quello di “contribuire a creare un approccio capace di contrastare la tragedia di cui sono vittime i bambini del mondo (…) e portare a una durevole riduzione della povertà e della miseria”. Questo documento non è solo una presa di posizione e un richiamo ai governi su determinati punti, ma è anche e soprattutto una guida pratica all’azione, un modello di interventi concreti da attuare, volto a facilitare il non facile compito dei vari Stati nel compiere azioni per la tutela della salute dei più piccoli. “Non tutto il contenuto della Strategia globale è nuovo” si afferma nel testo, “ma innovativo è l’approccio integrato e a largo raggio e il grado d’urgenza con cui se ne chiede l’attuazione, affinché si affronti con decisione una sfida tanto elementare come quella di garantire a tutti i bambini del mondo un’alimentazione adeguata”. Per conseguire lo scopo, quindi, la Strategia si fonda su risorse e mezzi già esistenti, intesi come strutture sanitarie e affini, e punta su un approccio di tipo partecipativo, perché è soltanto con la collaborazione di tutte le parti in causa che si potranno ottenere risultati. Per questo, la Strategia non si rivolge soltanto ai governi ma anche alle associazioni sanitarie professionali, alle imprese commerciali, ai datori di lavoro, alle associazioni di volontariato e ad altri settori coinvolti (autorità scolastiche, mass-media e strutture per l’infanzia). In particolare, la Strategia contiene vari richiami alla protezione dell’allattamento esclusivo per sei mesi e protratto fino ai due anni di vita e oltre, e alla conoscenza e al rispetto del Codice Internazionale, anche attraverso la promozione negli Ospedali dell’Iniziativa Ospedale Amico dei Bambini.