Salute del bambino
Le statistiche ci dicono che i bambini non allattati, allattati per breve tempo o in modo misto, si ammalano più spesso e in modo più grave rispetto a quelli allattati. I rischi a cui sono esposti derivano in primo luogo dalla mancanza dei fattori protettivi contenuti nel latte materno e dall’esposizione a sostanze estranee, intese sia come gli ingredienti del latte artificiale stesso che tutti i micro-organismi che inevitabilmente il bambino ingerisce con quello. Anche l’accudimento prossimale, tipico dell’allattamento al seno, potrebbe rappresentare un fattore protettivo, in quanto implica lo stretto contatto fra madre e figlio e l’interazione intensa e frequente. Offriamo qui di seguito una panoramica dei rischi per la salute del bambino derivanti dall’alimentazione artificiale sottolineando che si tratta di dati statistici, cioè basati su medie ricavate da un alto numero di individui.
A BREVE TERMINE
Se l’impatto dell’alimentazione artificiale sull’incidenza e la gravità delle malattie infettive è tragico nei Paesi poveri, è tutt’altro che trascurabile in quelli sviluppati. L’effetto protettivo dell’allattamento è maggiore se questo è esclusivo e aumenta con la sua durata; l’essere alimentati con latte materno diventa ancora più importante per quei bambini nati prematuramente o malati, in quanto ancora più vulnerabili.
I bambini alimentati con latte artificiale, o allattati parzialmente e/o per brevi periodi, sono più soggetti a infezioni di varia natura, soprattutto all’apparato respiratorio e gastro-intestinale, ma non solo:
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diarrea: l’allattamento protegge dalle infezioni gastro-intestinali e dalla diarrea in misura dose-dipendente. Secondo uno studio1 del 1989, in Brasile i bambini non allattati erano 14 volte più a rischio2
di morte a causa di diarrea rispetto a quelli allattati in maniera esclusiva. Un intervento di promozione dell’allattamento in Bielorussia, ha
portato all’aumento del relativo tasso con conseguente diminuzione del 40% dell’incidenza delle infezioni gastrointestinali3. Studi compiuti nei Paesi sviluppati mostrano che i bambini non allattati hanno un rischio molto maggiore di infezioni gastro-intestinali e
diarrea rispetto a quelli allattati in modo esclusivo, e anche, in misura minore, rispetto a quelli allattati in modo misto. Uno studio inglese
trovava che l’effetto protettivo dell’allattamento contro la diarrea perdurava anche oltre i sei mesi di vita del bambino, e fino a due mesi dopo la
cessazione dell’allattamento4.
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Infezioni alle vie respiratorie: anche in questo caso la protezione derivante dall’allattamento è dose-dipendente e gli effetti del mancato allattamento sono tragici nei Paesi
poveri, ma drammatici anche in quelli ricchi. Una rassegna sistematica pubblicata nel 2009 conferma gli effetti deleteri dell’alimentazione
artificiale per le malattie respiratorie5; altri studi affermano che i bambini alimentati artificialmente hanno un rischio tre volte maggiore di contrarre infezioni gravi alle vie
respiratorie con conseguente maggiore ricorso a cure e ospedalizzazione6. L’azione protettiva dell’allattamento è più efficace per lattanti alimentati con latte materno esclusivo per 6 mesi piuttosto che per 4 mesi,
come dimostra uno studio americano che ha coinvolto oltre 2.000 lattanti7.
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Otite: è una delle principali ragioni per cui le mamme si recano dal pediatra. Molti studi hanno messo in evidenza come l’allattamento protegga da
questa malattia: ad esempio uno studio statunitense del 1993 notava come gli episodi di otite media aumentassero del doppio in un gruppo di bambini
non allattati, se paragonato a un gruppo di bambini allattati in maniera esclusiva per oltre 4 mesi. L’effetto perdurava fino all’anno di vita e gli
autori concludevano che anche un allattamento di soli tre mesi avrebbe ridotto significativamente il numero di episodi di otite durante
l’infanzia8.
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Enterocolite necrotizzante (NEC): questa infezione colpisce soprattutto i bambini prematuri, per i quali costituisce una delle principali minacce alla sopravvivenza. Uno studio
risalente agli anni ’80, che ha coinvolto più di 900 bambini inglesi, ha dimostrato un rischio dieci volte maggiore di contrarre questa malattia per
i bambini non alimentati con latte umano (della propria madre o proveniente dalla banca del latte)9. Sempre in Inghilterra, uno studio del 1999 stimava in almeno 500 annui il numero dei nati prematuri che, a causa dell’alimentazione artificiale,
contraevano l’enterocolite necrotizzante, di cui circa 1/5 con conseguenze fatali10. Una rassegna sistematica pubblicata nel 2007 esaminava 7 studi pubblicati sui nati prematuri, in cui l’alimentazione con formula veniva comparata
con quella a base di latte di banca. Secondo questo articolo, il rischio per la NEC dei lattanti alimentati con latte di banca era 79% inferiore
rispetto a quelli che ricevevano latte artificiale11.
Sono stati inoltre evidenziati effetti dell’alimentazione artificiale su una maggiore incidenza di infezioni alle vie urinarie, meningite neonatale e setticemia.