CAPITOLO VI

La cucina laboratorio

Un luogo di cose vere

Il bellissimo brano che avete appena letto, scritto da Piero Calamandrei mentre osservava i giochi del figlio Franco, introduce perfettamente l’idea della cucina laboratorio o di un laboratorio del cucinare che si sposta ovunque i bambini possano stare in libertà, senza idee surgelate e preconfezionate: nel giardinetto dietro casa, nella spiaggia affollata, sulla neve appena caduta, sul terrazzo assolato. I bambini trascorrono ore giocando a nutrire amichetti, bambole, animali di casa, se stessi. E a meno che siano stati rapiti dalla televisione e dal computer, non c’è luogo che amino più della cucina. Cosa può esserci di meglio, infatti, che stare nel regno dell’ospitalità, del convivio?


In cucina ci si siede per un caffè, per due chiacchiere, per una fetta di torta in compagnia, e forse anche per una cena e un po’ di sollievo, come dice la poetessa Patrizia Cavalli:


Andrò dai miei amici andrò a cena

Cancellerò così la mia pena1.


Alla cucina come gioco si affianca la cucina come luogo di esperienza a cui i bambini possono partecipare a seconda dell’età, dell’attitudine, dell’interesse. È infatti un luogo dove fare cose vere. E anche se il mondo è ormai di plastica, ai bambini piace molto fare cose vere. Non gli interessano la finta casetta, il finto alberello, le finte chiavi, la pizza a forma di faccia. Preferiscono impegnarsi per una pizza che si mangia tutti insieme, per una teglia di biscotti con cui fare poi colazione, per la minestra che si versa calda nelle ciotole, a cena. Certo, potrà capitare di scorgere nella pizza la faccia della zia o della vicina di casa, ma questa è un’altra faccenda.


In cucina ci sono buona parte delle materie prime che i bambini prediligono, a partire dall’acqua e della farina, e vi si svolgono attività che li fanno letteralmente impazzire: lavare, affettare, travasare, impastare, infilare, versare, sbattere, stendere con il mattarello. Si possono creare impasti per la “manipolazione” (mamma mia, che brutta parola) sicuri al 100% come pasta da pane, pasta da biscotti, pasta di sale, con le quali non occorre dire ogni cinque minuti “Non mettere in bocca!”, “Attento! È pericoloso!”, perché tutte possono essere messe in bocca senza rischio e a volte, ma solo a volte, possono anche essere gustate!