CAPITOLO III

Non di solo latte...1

La cosa che ricordo di più del periodo del latte”, racconta Lina, “a parte la camicetta sempre bagnata perché non ho mai sopportato i reggiseni, sono gli urletti che mia figlia faceva quando, sentendo la mia voce, capiva che di lì a qualche secondo avrebbe mangiato. Non li faceva a nessun altro, erano speciali, una specie di linguaggio solo per noi due”. Giovanna rammenta il tatto: “Ho allattato il mio primo figlio per quattordici mesi. Ancora adesso ricordo le sue manine che schiacciavano il seno, come per fare uscire più latte. Mia figlia, invece, solo per otto, perché il medico mi ha detto che altrimenti era troppo”. Veneta ricorda anche la stanchezza: “È stato un periodo bello ma anche faticoso. Ho allattato la mia seconda figlia per 14 mesi e alla fine mi sembrava di non avere più forze”. Mentre Vasilisca, che ha allattato la sua terza figlia per tre anni e mezzo, dice solamente: “Ha mangiato bene”.


È un fiume nutriente

Questo tempo incantato

Dove il latte è il presente

E la cacca il passato2


Negli ultimi anni l’importanza dell’allattamento non viene più messa in discussione, per lo meno apertamente. Sul tema si possono trovare molte pubblicazioni in grado di dimostrare quanto il latte materno sia superiore ad ogni altro alimento. Conosciamo il suo valore protettivo rispetto a numerose patrologie, fra cui un posto di rilievo occupano le allergie, e sappiamo anche che è specifico, vale a dire che ogni madre produce il miglior latte per il suo bambino. Fin dagli anni settanta, grazie soprattutto a Lorenzo Braibanti, sappiamo che il legame che si instaura fra madre e bambino durante l’allattamento (bonding), e le cui radici si pongono nei primi istanti di vita, è unico ed irripetibile anche nella sua semplicità. Si potrebbe quasi dire che allattare è il primo antidoto alla società del distacco3. “In Togo l’allattamento materno è ancora molto diffuso – racconta Desirèe Amavi – e costituisce l’unico alimento del bambino almeno fino ai sei mesi. Poi la donna prosegue finché ne ha voglia, senza regole, anche cinque anni, ovviamente integrando l’alimentazione con altri alimenti, fra cui una specie di latte”.