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La teoria cosmica

Questo testo in francese, proveniente dal Fondo “Giuliana Sorge”, che porta sulla prima pagina macchiata d’inchiostro il titolo sopra indicato, scritto con matita blu, riassume la visione della vita nella biosfera, come viene offerta ai bambini della seconda infanzia nelle Primarie Montessori. Qui non si parla delle indicazioni, sempre basilari, circa i modi di proporla in concreto, ma dei criteri generali che la riassumono. L’anno è molto interessante: 1938. Dimostra come, ben prima dell’India, Maria avesse preso in considerazione il senso di unità e le correlazioni esistenti tra eventi planetari e climatici, tra vita nei deserti o nelle profondità marine, tra il ciclo biologico di un moscerino e quello di un grande mammifero, di un fungo o di una sequoia: il trionfo della diversità e il suo significato…


Aveva colto, in totale libertà di pensiero, viaggiando da un paese all’altro, riflettendo sulle differenze e sulle similitudini tra i popoli come sulle intime relazioni tra natura e società umana, la reciprocità di legami e di equilibri sul pianeta tra forze costruttive e forze distruttive.


Questo miracolo che è la vita, potente e fragile al tempo stesso, va offerto ai bambini come un libro aperto, da osservare e da rispettare in tutte le sue relazioni. Contro lo studio rigorosamente separato delle varie scienze, la visione unitaria del “piano cosmico” non viene data in modo ideologico o salvifico, ancor meno in stile new age, ma nell’osservazione diretta dei fenomeni naturali, del clima come dello sviluppo di germogli, lo stile di vita di grandissimi animali che si cibano di plancton e di piccoli animali che divorano mammiferi morti: le balene e le formiche, le meduse e i pescecani, i molluschi e le sardine, i lombrichi e gli orsi, le gazzelle e i ghepardi, i panda che si nutrono di foglie di eucalyptus e i pipistrelli che, al pari delle rondini, vanno a caccia di insetti volanti. Lo stesso nel mondo vegetale: dalle diatomee ai baobab, dai muschi alle piante a fiore o alle graminacee…


Mille e mille differenze: le spore e i semi; le penne, le squame o le scaglie; i tentacoli o le conchiglie; un solo figlio, migliaia di figli; il nido e la tana, il ghiaccio e il deserto infuocato, le caverne e le cime dei monti, sulle coste o nelle profondità marine. In ogni luogo la vita attecchisce e si specializza: la diversità delle specie non è tanto espressione di folgorante bellezza – di cui peraltro usufruiscono solo gli umani, grazie al loro prodigioso sistema nervoso – quanto strumento di salute globale del pianeta.


Il discorso di Montessori si ferma qui, non fa prediche. Lo si vede anche nel volume Come educare il potenziale umano che riprende le tesi qui accennate e le conferenze date a Kodaikanal nel sud dell’India nel 1941. Lei si limita a parlare di “potenziale umano” quali sono i ragazzini e gli adolescenti, il disastro planetario allora non era ancora giunto alle coscienze e lei avvertiva nei giovanissimi la possibilità di futuri adulti positivi. Quella che poi lei ha chiamato “educazione cosmica” può costituire una via di pace molto formativa, una presa di coscienza come coronamento di un lungo percorso formativo avviato fin dalla CdB.


Gli umani vivono anche di sogni e di grandi utopie, questa però non lo è: ragazzi educati in modo nonviolento, allenati alla cooperazione e al rispetto dell’altro – umano o non umano, pietra o acqua, fiore o foglia – sono realmente diversi: più costruttivi, più sapienti in fatto di rapporti umani.


Precisiamo infine che questo è un testo che si limita a principi generali. Il lavoro con i ragazzini 6-12 non si fa con questi racconti. La pratica passa attraverso esperimenti di fisica, allevamenti e coltivazioni, ricerche in campo biologico, geografico, geologico, conoscenze matematiche e storiche che in Italia si apprendono in modo approfondito e completo nei corsi AMI 6-12, come vengono svolti al CISM di Bergamo.


Conferenza per la Vereeniging van Bijeenkomste van Montessori Leid(st)ers (Unione degli Incontri dei Direttori Montessori), in Olanda, domenica 25 settembre 1938

“Vorrei esprimere la soddisfazione d’essere qui con voi: credo che in effetti la cosa più importante non sia solo studiare, ma essere in comunicazione continua e in rapporto tra noi. Il nostro lavoro non può essere fatto da una sola persona. È troppo vasto perché non sia condiviso e attuato in collaborazione. Non è un lavoro statico, ma dinamico e non è soltanto una via di perfezionamento nel modo concreto di educare, ma è anche lo sviluppo di un’idea, per così dire, filosofica.

In effetti davanti a noi c’è un essere umano, il bambino che poi cresce, la sua individualità in rapporto con l’umanità intera: un grande, continuo processo di comprensione parallelo allo sviluppo delle idee. Oggi sono stata invitata qui per voi con uno scopo speciale. Mi è stato chiesto di illustrarvi una questione alla quale da vari anni sto lavorando con i miei collaboratori, un punto di vista che sembra lontanissimo dal nostro punto di partenza, che tuttavia è strettamente legato ad esso: concerne lo scopo, la finalità dell’esistenza umana. Dobbiamo assegnarle una sorta di linea direttiva che serva all’essere umano per meglio comprendere se stesso.

Quando parlo di “finalità”, parto da un punto di vista che non ha rapporti con quanto abbiamo considerato fino qui. In effetti la finalità non si può comprendere del tutto, ma può illuminare un poco l’essenza della vita umana sulla Terra. Questo vogliamo dunque tentare da un punto di vista scientifico, non inventando, ma cercando nei grandi studi attuali che tanto hanno nobilitato l’intelligenza umana, per orientarci e trovare quanto può maggiormente favorire l’educazione.

Non si tratta di avere più cultura, più informazioni, ma di [analizzare] conoscenze che soddisfino il profondo bisogno umano di capire meglio noi stessi e il nostro compito o destino. Non voglio perdermi in preamboli. La questione è molto complessa e non la si può trattare in una mezz’ora. Diciamo intanto che si possono considerare da un punto di vista sintetico varie scienze in rapporto tra loro. Ad esempio la biologia, la mineralogia, la geologia, la storia della Terra – di cui la geografia concerne il giorno presente – tutte insieme possono avere un punto in comune e poiché l’essere umano vive sulla Terra possono illuminare anche il senso della vita umana.

Lo sforzo dei nostri tempi è quello di cercare rapporti sempre più logici e profondi tra le varie ricerche. Oggi gli scienziati non studiano più i semplici fenomeni, ma le relazioni tra di essi e questo porta verso l’origine delle cose, verso l’unità, come ad esempio nella fisica dove si incontra un’idea unitaria relativa a tutti i fenomeni esistenti, una sorta di tessuto sempre più fine ed essenziale che illumini lo sviluppo delle ricerche sui di essi. A questi moderni orientamenti scientifici ci sono stati precursori importanti.