di Martha Torrence146

Cambiamenti nei corsi Montessori:
un’esperienza americana

Due tagliapietre sono occupati nella stessa attività: qualcuno chiede loro che cosa stiano facendo. Uno risponde: “Sto squadrando questo blocco di pietra”. L’altro: “Sto costruendo una cattedrale”. È evidente: ciò che conta non è tanto quanto lavori una persona, ma come percepisca ciò che sta facendo.

(Willis Harman, 1988).

Chi è impegnato nella formazione di maestri Montessori si trova di fronte a una notevole responsabilità: opera come un’ostetrica o un alchimista alla trasformazione di adulti che intraprendono un percorso che va dal sillabario a Dante, dal tagliar pietre al costruire cattedrali, dalla conoscenza dei materiali Montessori e della sua filosofia ad aiutare esseri umani a divenire capaci di realizzare ciò che Montessori ha chiamato educazione nuova.


La responsabilità è grande. Non si tratta solo di trasmettere ai nostri allievi un rigoroso insieme di conoscenze, ma di creare sistemi che liberino creatività e capacità critica, in sintonia con la nostra cultura. Per dirla più chiaramente, un corso, dominato da lezioni frontali “di stile europeo” e da metodi tradizionali di valutazione, ci sembra incompatibile con una filosofia educativa che si fonda sul rispetto dell’individuo, sulle motivazioni personali, sull’uso individuale dei materiali.