capitolo 13

In pratica, che cosa posso fare?

Proseguiamo la nostra analisi del rapporto tra le idee montessoriane e le nuove tecnologie passando in rassegna che cosa potrebbe servire a voi insegnanti, oltre alla teoria dei capitoli precedenti, per diventare più abili con le tecnologie e usarle a scuola a vostro vantaggio. Affinché non rimangano delle idee teoriche, in questo capitolo propongo una collezione di esempi di possibili attività che si basano su una qualche tecnologia.


Noterete subito che tutte le mie proposte partono con il piede sbagliato, se si vogliono adottare in una scuola Montessori, perché in questi ipotetici esempi è l’insegnante che sceglie per i bambini. A maggior ragione, come già dicevo, qui serve la vostra sensibilità ed esperienza di insegnanti per adattare i miei spunti trasformandoli in senso montessoriano in modo che possano diventare occasioni di libera scelta e di crescita per il bambino.

13.1 Quali risorse per l’insegnante?

Sui siti americani per insegnanti non manca quasi mai la pagina “Le [numero] tecnologie che ogni insegnante deve conoscere”, dove il numero di solito è compreso tra cinque e cinquanta e il contenuto riguarda sempre le scuole secondarie tradizionali. Sarebbe comunque utile anche per voi conoscere almeno i seguenti strumenti software che possono aiutarvi nei lavori di preparazione e studio (nella sezione 14.3 il come e dove procurarseli):

  • Google Search (o altri motori di ricerca), Wikipedia: esplorazione, consultazione.
  • Libre Office (o Microsoft Office): scrittura e creazione di presentazioni.
  • Google Drive: scrittura di documenti condivisi.
  • CmapTool, Xmind, FreeMind: mappe mentali e mappe concettuali.
  • Dropbox: condivisione di file e immagini.
  • Slideshare: condivisione di presentazioni.
  • YouTube: condivisione (e creazione) di filmati.
  • Skype, WhatsApp: comunicazione.
  • GIMP, Fotor, Instagram: manipolazione di immagini.

A parte Microsoft Office che è commerciale e inserito nell’elenco per completezza, tutti gli altri strumenti sono gratuiti. La possibilità di accedere ad applicazioni di alta qualità senza sborsare nulla ci apre uno spiraglio su un mondo popolato da gente che si dedica al loro sviluppo in autonomia, perché vuole mostrare la sua maestria nel creare qualcosa per uno scopo preciso e perché sia utilizzata da molti. Questa comunità di sviluppatori condensa la propria filosofia d’azione in una frase che purtroppo perde un po’ quando viene tradotta: “Free software. Free as in free speech, not as in free beer!”, che in italiano suona come: “Software libero. Libero come la libertà di parola, non come una birra gratuita!”. L’obiettivo non è la gratuità, ma la libertà di espressione, scelta, correzione e modifica. Immagino che abbiate notato un certo parallelismo fra le motivazioni di chi sviluppa software libero e quelle dei bambini in una scuola Montessori. Anche lì il bambino sceglie in autonomia, risponde a un’esigenza interna di maestria e non fa le cose “per finta” ma per uno scopo.