SECONDA PARTE - L'introduzione di cibi solidi e semisolidi

22. Svezzamento ritardato e rischio di allergia

di Franco De Luca

Nonostante l’Alimentazione Complementare Responsiva, guidata dal bambino e basata sulle sue competenze, abbia da tempo dimostrato la sua efficacia, non mancano tentativi di confutarne i vantaggi cercando di dimostrare, come nello studio EAT1 (Enquiring About Tolerance), l’utilità dell’introduzione precoce di alimenti potenzialmente allergizzanti.


Questo studio ha avuto molta risonanza anche tra i pediatri e gli allergologi che, leggendolo in maniera acritica, hanno pensato di avere un pretesto per tornare al “bel tempo antico” e ricominciare a svezzare precocemente.


L’obiettivo dello studio era quello di misurare a 3 anni di vita gli effetti dell’introduzione nella dieta dei lattanti, a partire dai 3 mesi, di 6 potenziali allergeni (arachidi, uovo cotto, latte vaccino, sesamo, pesce e frumento).


Sono stati selezionati 1300 bambini allattati esclusivamente al seno e divisi in due gruppi. Ai genitori del primo gruppo è stato chiesto di proporre ai loro figli gli allergeni a partire dal 3° mese, gli altri hanno seguito le indicazioni OMS/UNICEF attendendo il 6° mese prima di proporre liberamente ai loro bambini gli alimenti solidi e semisolidi.


Il primo dato interessante è che soltanto il 31,9% dei bambini assegnati al gruppo introduzione precoce ha seguito il protocollo, mentre l’80% degli assegnati al gruppo di controllo ha rispettato le raccomandazioni, come a dimostrare che gli stessi genitori hanno avuto resistenza a forzare i bambini a introdurre precocemente nella dieta cibi diversi dal latte materno.


L’allergia è comparsa a uno o più degli alimenti nel 7,1% nel gruppo di intervento (introduzione precoce) e nel 5,6% nel gruppo di controllo (introduzione nel rispetto dei tempi del bambino, comunque dopo il 6° mese come indicato nella strategia globale OMS/UNICEF).


Lo studio ha dimostrato quello che sapevamo già, e che oggi molti genitori sanno (il gruppo di intervento si è assai assottigliato), cioè che introdurre cibi prima del 6° mese non apporta alcun vantaggio e che, dopo quella data, se il bambino è pronto, in una finestra temporale che arriva all’8°-9° mese, gli si può dare tutto quello che mangiano i suoi genitori.


Anche introdurre precocemente il glutine (Studio PreventCD)2 o le sole noccioline (Studio LEAP)3 non sembra avere alcun vantaggio sulla riduzione del rischio di allergia a 3 anni verso questi nutrienti.