SECONDA PARTE - L'introduzione di cibi solidi e semisolidi 23. Quando finisce lo svezzamento di Franco De Luca Abbiamo visto quindi che l’inizio dello svezzamento si colloca in un periodo compreso tra la fine del 6° e l’8°-9° mese, tenendo conto delle competenze anatomo-funzionali, neurofunzionali e relazionali di ciascun bambino. L’OMS/UNICEF raccomandano di proseguire l’allattamento al seno fino a 2 anni e oltre, se la mamma e il bambino lo desiderano. È un’affermazione che spesso fa sobbalzare molti “esperti” di infanzia, preoccupati che un allattamento così prolungato possa nuocere al bambino, specialmente sul piano psicologico, rafforzando la dipendenza dalla mamma e rallentando il suo percorso verso la / . non dipendenza indipendenza Ho seguito e seguo moltissimi bambini che, pur frequentando il Nido, dormendo a volte a casa dei nonni, avendo una vita sociale ricca e indipendente dalla madre, continuano a prendere latte materno quando ne hanno la possibilità e la voglia. Le comuni, e a volte ricorrenti, infiammazioni delle vie respiratorie e dell’apparato digerente sono molto più frequenti nei loro coetanei totalmente svezzati: ce lo confermano molte evidenze scientifiche e l’esperienza quotidiana di tanti genitori e pediatri. (“l’età naturale per togliere il seno”) tiene conto dei seguenti parametri: A Natural Age of Weaning 1 età della comparsa dei molari definitivi; rapporto tra la durata della gestazione e la fine dell’allattamento; età in cui il bambino triplica il peso alla nascita; età in cui il bambino raggiunge 1/3 del peso definitivo dell’adulto; età dello svezzamento e raggiungimento della maturità sessuale; maturità del sistema immunitario. Note Dettwyler K., , gennaio 1999. 1. A Natural Age of Weaning Inoltre ha confrontato i parametri dell’ con quelli di 21 specie di primati ed è arrivata alla conclusione che per il bambino il periodo più indicato per il definitivo abbandono del seno si colloca tra i 2,5 anni e i 7 anni. Homo sapiens Se lo studio della dott.ssa Katherine Dettwyler ci rassicura sul fatto che biologicamente la nostra specie potrebbe prolungare l’allattamento addirittura fino ai 7 anni, la Strategia Globale OMS/UNICEF afferma che la decisione di sospendere l’allattamento al seno spetta alle madri e ai bambini e si colloca in un tempo molto libero compreso tra i 13 mesi e i 2 anni e oltre. Lo scopo della Strategia Globale è migliorare, attraverso un’alimentazione ottimale, lo stato di nutrizione, la crescita, lo sviluppo, la salute e, in definitiva, la sopravvivenza dei neonati e dei bambini. Sostiene, inoltre, una buona nutrizione materna, l’appoggio della comunità e delle istituzioni. Sento ancora raccontare da mamme, che per libera e consapevole scelta offrono ai loro piccoli di 2 anni alcune volte al giorno il loro latte, la censura a cui vengono sottoposte dal contesto familiare (spesso nonne che ai loro tempi non hanno ricevuto aiuto adeguato e che non hanno allattato), dalle educatrici dei Nidi o, addirittura, da operatori sanitari, medici e non. Ma, dopo l’anno di vita, il latte materno rappresenta ancora una risorsa nutrizionale di qualità o, come affermano molti, è solo “acqua fresca”? Come si vede nella figura 4 nella pagina accanto, nonostante, con il passare dei mesi, aumenti il divario tra il fabbisogno energetico giornaliero e la quota di questo fornita dal latte materno, ancora tra il primo e il secondo anno di vita il latte materno è in grado di fornire al bambino una quota energetica pari a poco meno del 50% del suo fabbisogno calorico. Fig. 4 - Energia richiesta per età e quantità fornita dal latte materno.