PRIMA PARTE - Allattamento e accudimento 6. La composizione del latte umano ome tutti i latti, quello di donna, per i piccoli della nostra specie, non è solo un alimento. Il latte materno è formato da una miscela di acqua, grassi, proteine, carboidrati, enzimi, sali minerali e vitamine e da altre componenti, come cellule e anticorpi, che lo rendono un tessuto vivo. Vediamole nel dettaglio. C Grassi Il latte di donna contiene acidi grassi essenziali, necessari e indispensabili per lo sviluppo del sistema nervoso del bambino. Contiene anche la , un enzima che si attiva nell’intestino del bambino e che permette la digestione dei grassi. Questo enzima non è attivo nel seno e nemmeno nello stomaco infantile: comincia a funzionare soltanto nell’intestino quando viene a contatto con i sali biliari. lipasi Proteine Nel latte di mucca e, quindi, anche nei latti di formula che da esso derivano, la maggior parte delle proteine è rappresentata dalla (quella con cui si producono ottimi formaggi) che, nell’apparato del bambino, a contatto con i succhi gastrici, forma aggregati grossi e densi, difficili da digerire. Nel latte di donna c’è poca caseina e gli aggregati che si formano sono più piccoli e assai digeribili. caseina Le proteine del siero sono in gran parte , cioè anticorpi che proteggono i lattanti da molte infezioni. γ-globuline Un’altra proteina contenuta esclusivamente nel latte di donna è la , potente antibatterico che, legandosi al ferro, lo sottrae ad alcuni germi che lo necessitano per effettuare la replicazione cellulare, ostacolandone così la crescita e la proliferazione. La lattoferrina possiede anche un’attività battericida ferro-indipendente che, in sinergia con il lisozima, un enzima presente nel latte, è in grado di provocare la morte dei batteri agendo sulla loro membrana cellulare. lattoferrina Lattosio e oligosaccaridi Il è il principale carboidrato contenuto nel latte, non soltanto nel latte umano ma in quello di tutti i mammiferi. La specificità del latte dipende qualitativamente dalle proteine. lattosio In tutte le specie con l’età adulta si perde la , l’enzima (presente principalmente nelle cellule che ricoprono il piccolo intestino) che permette di digerire il lattosio; l’ è l’unico mammifero che continua a consumare il latte di altre specie anche in età adulta. lattasi Homo sapiens Il latte di donna contiene anche che, negli esseri umani, non hanno una funzione nutritiva, ma rappresentano il nutrimento per il intestinale del bambino e, per questo, sono chiamati . oligosaccaridi microbiota prebiotici Il microbiota umano Il microbiota umano è l’insieme di microrganismi simbiotici che convivono nell’organismo umano senza danneggiarlo; il loro numero supera abbondantemente il numero totale di cellule che compongono il nostro corpo. Si stima che il rapporto tra i nostri geni e quelli di tutti questi microrganismi ( ) sia di 1:100. 1 microbioma Sono presenti in tutto il corpo, ma il loro habitat principale è l’intestino dove contribuiscono anche a regolare il metabolismo. Note Da , piccolo, e (dal greco βίος, vita), complesso degli organismi che occupano 1. micro biota un determinato spazio in un ecosistema; in questo caso, l’organismo umano. Durante il passaggio attraverso il canale vaginale e, in seguito, con l’allattamento al seno, il bambino acquisisce dalla madre microrganismi buoni, che rappresenteranno un patrimonio preziosissimo per il resto della sua vita, strettamente personale, simile qualitativamente a quello dei suoi genitori e fratelli. Il ruolo del microbiota è molteplice e ancora parzialmente sconosciuto; riveste un ruolo importante per il sistema immunitario in quanto i microrganismi buoni “educano” le nostre difese immunitarie a riconoscere i germi cattivi da combattere e quelli buoni da conservare. Si comincia a pensare che un buon microbiota possa aiutarci a prevenire molte malattie, comprese le allergie, e che i suoi peggiori nemici siano il taglio cesareo, i latti di formula e l’uso eccessivo e inappropriato degli antibiotici. Tra i batteri che vivono nel nostro intestino troviamo il , capace di produrre acido lattico come prodotto della fermentazione del glucosio. Esso ha notevoli effetti benefici, come la produzione di composti inibitori della crescita di altri microrganismi patogeni e l’eliminazione delle tossine prodotte dai batteri proteolitici. Conferisce alle feci del lattante nutrito con latte materno il caratteristico odore di yogurt. Lactobacillus bifidus Cellule staminali Le cellule staminali sono cellule primitive, non specializzate e indifferenziate, capaci di trasformarsi in diversi altri tipi di cellule del corpo attraverso un processo denominato differenziamento cellulare. Nel 2007, il professor Peter Hartmann con il Dr. Mark Cregan e il suo team della University of Western Australia hanno scoperto, per la prima volta, la presenza di cellule staminali nel latte materno che, come il sangue, è un tessuto vivente. Oggi sappiamo che queste cellule staminali possono trasformarsi in cellule mammarie ma, superata la barriera gastrica, migrare nei vari organi, compreso il sistema nervoso centrale. Variazioni nella composizione del latte Il latte, come abbiamo già sottolineato, non è soltanto specie-specifico ma anche individuo-specifico. La sua composizione varia nei primi giorni di vita (durante i quali prende il nome di , nel primo e nel secondo anno di vita, all’inizio ( ) e alla fine della poppata ( ); il latte che una madre produce per un bambino prematuro è diverso da quello prodotto per un bambino nato a termine. colostro) primo latte ultimo latte Il contiene più proteine del latte maturo e queste proteine sono in gran parte , ossia anticorpi che rendono il latte dei primi giorni particolarmente protettivo verso le infezioni. Il colostro ha una azione moderatamente lassativa e, pertanto, aiuta l’eliminazione delle feci e, con esse, anche della bilirubina (contenuta nell’intestino perché prodotta in eccesso dal fegato a causa della sua immaturità), prevenendo così l’ittero neonatale. colostro globuline Il primo latte prodotto all’inizio della poppata è più ricco di acqua, lattosio e proteine e, quindi, disseta il bambino; l’ultimo latte, invece, è più ricco di grassi e sazia il bambino. 2 Si capisce quanto non abbia senso e sia inopportuno, sebbene venga tuttora consigliato da molti operatori, attaccare il bambino dieci minuti da una parte e dieci dall’altra. In questo modo, a parità di volume, il bambino assumerebbe soltanto il primo latte meno calorico e, dunque, crescerebbe di meno. Mi è capitato spessissimo di vedere aumentare l’incremento ponderale di un bambino semplicemente facendogli svuotare una sola mammella a poppata. Note C’è un proverbio lombardo che recita: “la boca l’è ma stràca se la sa mia de àca”, cioè 2. “la bocca non è sazia, se non sa di vacca”, e si riferisce al piacere di concludere un buon pasto con del formaggio.